Man mano che le ore passano l’incredulità lascia il posto al dolore. Quello per una morte assurda,
provocata da un fulmine durante un’escursione in mountain bike. Alberto Balocco, l’amministratore delegato dell’azienda dolciaria fossanese conosciuta in tutto il mondo, è morto così sulle montagne di Pragelato, nel pomeriggio di venerdì 26 agosto. Insieme a lui c’era un amico, il torinese Davide Vigo. Per entrambi il destino è caduto dal cielo e non ha lasciato scampo.
Balocco aveva compiuto 56 anni solo il giorno prima e incarnava la terza generazione nella famiglia di imprenditori dolciari di cui lui stesso aveva raccontato l’epopea nel libro “Volevo fare il pasticcere”, edito da Rizzoli nel 2016. Da una pasticceria di fronte al castello degli Acaja, aperta nel 1927 dal nonno Francesco Antonio, a un’azienda con un giro d’affari di 185 milioni di euro, uno stabilimento di 75mila metri quadri e 540 lavoratori fra dipendenti e indotto. Figlio del ragionier Aldo, l’inventore del “Mandorlato” e artefice delle prime fortune del marchio, Alberto si era diplomato al liceo scientifico “Ancina” di Fossano e laureato in economia e commercio a Torino. Dopo un master in organizzazione aziendale alla Bocconi, nel 1990 aveva fatto il suo ingresso nel gruppo come assistente alla Direzione Commerciale. Insieme alla sorella Alessandra poco per volta aveva affiancato il papà, scomparso lo scorso luglio a 91 anni.
Fra il 1994 e il 1998 aveva ricoperto la carica di vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo. Dal 1997 al 2015 era stato consigliere di amministrazione della Cassa di Risparmio di Fossano e membro del Comitato Esecutivo fra il 2000 e il 2009. Dal 2010 al 2016 era stato inoltre presidente della Consulta per la Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Culturale della Città di Fossano e a partire dal 2011 membro del Consiglio Direttivo di Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane).
Nell’annunciarne la dipartita, l’azienda menziona “la sua umanità unita ad entusiasmo, altruismo e straordinario senso del dovere”. Con il suo apporto la Balocco si è trasformata nell’ultimo trentennio in un colosso all’avanguardia nell’innovazione tecnologica. Solo in questi dieci anni erano stati destinati alla ricerca hi-tech 80 milioni di euro. Grande impulso è stato fornito all’export (oggi rappresenta il 14% delle vendite totali) e alla sostenibilità ambientale: dal 2014 lo stabilimento vanta uno dei maggiori impianti fotovoltaici su copertura industriale in Piemonte, tale da garantirne un terzo del fabbisogno energetico. Anche sul piano della comunicazione il suo management ha segnato un cambio di passo. A lui si deve tra l’altro il lancio della fortunata serie di spot televisivi con protagonista il “signor Balocco”, impersonato da Cosimo Cinieri e poi da Aldo Stella. Il marchio è stato inoltre sponsor della Juventus per due stagioni (ma la partnership col club torinese continua tuttora) e della maglia rosa nel Giro d’Italia 2013.
Confindustria Cuneo piange con la sua scomparsa “un fuoriclasse dell’imprenditoria”: “Persona di grande umanità, marito e padre amorevole, oltre che un imprenditore visionario”. La politica, dentro e fuori dai confini della Granda, si stringe al dolore della famiglia: messaggi di cordoglio sono giunti tra gli altri dal senatore Giorgio Maria Bergesio, dal deputato Flavio Gastaldi, dall’europarlamentare Gianna Gancia, dal sindaco di Fossano Dario Tallone e dall’ex sindaco Davide Sordella, dal presidente della Liguria Giovanni Toti. Il governatore piemontese Alberto Cirio, tra i primi a piangere la tragica scomparsa, ha scritto: “Siamo sconvolti da una tragedia improvvisa che colpisce un amico, un imprenditore simbolo della nostra terra, che ha portato il Piemonte nelle case di tutto il mondo. Ci stringiamo in un forte abbraccio alla famiglia di Alberto Balocco e a tutti i suoi cari”.
Il banchiere e concittadino Beppe Ghisolfi lo ricorda per la “visione di territorialità che lo distingueva anche come consigliere della Cassa di risparmio di Fossano, di cui fece parte per anni durante la mia presidenza, e come donatore a favore del patrimonio artistico della sua e nostra città”. Anche dal mondo dello sport giungono attestazioni di stima, come quella dell’ex calciatore juventino Claudio Marchisio: “Ho avuto la fortuna di conoscere Alberto Balocco diversi anni fa durante il periodo alla Juventus. Un grande imprenditore, amante del nostro Piemonte. Una persona disponibile, capace di creare fin da subito grande empatia con tutti”.