È in programma sabato 9 settembre la
“Brinda Run” di Fossano. Una corsa a staffetta con una caratteristica particolare: lungo il percorso, che si snoda nel centro storico della città, sono poste tre tappe intermedie in cui i partecipanti devono “fare rifornimento”, vale a dire bere una birra prima di ripartire. L'evento è organizzato da Sportification e promosso dalla Consulta Giovani con il patrocinio del Comune di Fossano. La manifestazione, alla sua prima edizione, è stata presentata nei giorni scorsi e ha attirato critiche da più direzioni.
A schierarsi contro l’evento, in una lettera aperta inviata a stampa e autorità, è stata per prima Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada: “Ad un lettore superficiale – e cioè poco attento ai gravi problemi presenti nella nostra società e dovuti all’alcol – potrebbe anche sembrare un evento sportivo innocente a favore della salute, sostenuto addirittura dall’amministrazione del Comune di Fossano. Ma per l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada – i cui soci sopportano il peso umano del danno irreversibile legato anche all’alcol – è un evento misero e riprovevole, che associa lo sport all’alcol e tramite l’iniziativa sportiva diffonde il messaggio dell’invito a bere, contrastando le evidenze scientifiche dei danni dell’alcol all’organismo umano”.
Nella lunga lettera si rivolge una dura critica in particolare al Comune di Fossano, che ha concesso il patrocinio all’iniziativa, oltre che a Sportification e alla Consulta Giovani: “Non possiamo continuare ad associare alcol e sport, alcol e giovani, dobbiamo andare in direzione contraria all’(in)cultura dello ‘sballo uguale divertimento’. E pur riconoscendo l’incidenza positiva dello sport, anche dilettantistico, sull’organismo umano, vi chiediamo di modificare quegli aspetti che ne annullano il benessere: nelle tre tappe della staffetta sostituire la birra con bevande analcoliche e lanciare messaggi a favore della vita”.
Critiche analoghe sono arrivate anche dall’Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento, in una lettera firmata dal presidente e dal vicepresidente della sezione di Savigliano, Gianni Alerino e Maria Poggi: “Ci rammarica che le istituzioni pubbliche abbiano accolto favorevolmente questa proposta della Consulta Giovani, in quanto dovrebbero avere come amministratori pubblici ben chiaro quale ruolo giocare nella tutela della salute pubblica e quindi anche nella prevenzione delle patologie alcol correlate. A tal proposito, ci preme ricordare che l’alcol è la prima causa di morte al di sotto dei 25 anni e ciò accade soprattutto per fenomeni di incidentalità stradale”.
Il Comune, dal canto suo, per ora non ha replicato ufficialmente alle critiche, facendo comunque sapere che i ragazzi della Consulta Giovani stanno organizzando delle azioni per sensibilizzare sul tema.