Oggi si sciopera sul sito BRT di Sant’Albano e di Genola. I lavoratori dell’azienda Transport Log (3 in totale) si sono astenuti dal servizio per protestare contro le pessime condizioni di lavoro a cui sono sottoposti quotidianamente. Ne parliamo con Ivano Esposto, segretario generale FILT CGIL Cuneo.
Quali sono le ragioni specifiche che vi hanno spinto a dichiarare lo sciopero?
I.E.: “Purtroppo continuiamo a riscontrare problemi nel rapporto tra lavoratori e azienda. Sono questioni legate all’organizzazione del lavoro: addirittura i dipendenti si sono trovati a dover anticipare di propria tasca i soldi per il carburante. Ci sono state anomalie in busta paga: sono sparite voci salariali e sono state fatte trattenute indebite causando danni personali al lavoratore coinvolto. Sale la preoccupazione per una gestione approssimativa e penalizzante. Stiamo verificando le posizioni contributive per avere certezza che siano stati effettuati i regolari versamenti a INPS. In sintesi siamo di fronte a un’azienda appaltatrice ed a un gruppo appaltante BRT che risultano inaffidabili. E non è la prima volta, vista la recente storia del sito”.
Quali sono le responsabilità di BRT?
I.E.: “Integrali! BRT è un grande gruppo della logistica europea (la società è per l’85% in mano francese) e non è ammissibile che continui a gestire gli appalti in un modo poco trasparente e irrispettoso nei confronti dei lavoratori. Sullo stesso sito operano più aziende appaltatrici e si evidenzia una confusione organizzativa in cui non sono chiare le regole di ingaggio e la reale autonomia operativa dei soggetti coinvolti. Per questa ragione faremo intervenire l’Ispettorato del Lavoro provinciale. Vogliamo capire se gli appalti sono regolari o se siamo di fronte a un caso di illecita interposizione di manodopera”.
Avete provato a parlarne con il gruppo BRT?
I.E.: “Certamente. Ma le risposte non arrivano. Anzi, più volte è accaduto che sono stati effettuati cambi di appalto senza che ci sia stato il coinvolgimento della FILT CGIL, pur in costanza di iscritti. Sono modalità e atteggiamenti non rispettosi della legge e dei contratti”.
Pensate che abbia un senso uno sciopero che vede coinvolti un numero così limitato di lavoratori interessati?
I.E.: “Prima di tutto vorrei fare un plauso ai lavoratori in sciopero per il coraggio e la determinazione che hanno avuto nel difendere i loro diritti. Non è facile scioperare quando si è così in pochi. Detto questo pensiamo che la mobilitazione porterà risultati positivi e i primi ritorni di giornata ce lo stanno confermando. Pertanto spero che il coraggio dimostrato sia d’esempio per le tante persone che oggi si ritrovano il loro diritto allo sciopero minato dall’ordinanza del ministro Salvini”.
Cosa intende dire? Quali sono gli effetti dell’ordinanza sul trasporto ferroviario?
I.E.: “In primis, con la scusa di tutelare i cittadini ancora una volta si è registrato l’ennesimo attacco al diritto di sciopero. Ricordiamo al ministro che chi sciopera rinuncia a una parte del proprio salario per rivendicare un diritto o una corretta applicazione contrattuale. È stato un intervento improprio e inutile nei fatti, un’operazione propagandistica. I treni erano già stati riprogrammati da giorni e pertanto l’ordinanza di ieri non avrà alcun effetto pratico. Inoltre il Governo e le aziende di trasporto ferroviario hanno avuto 34 giorni di tempo per confrontarsi e trovare una soluzione alle problematiche che il sindacato aveva posto al tavolo delle trattative. Nulla è stato fatto in concreto. I fatti vanno misurati ai tavoli di confronto e non in televisione”.