Riceviamo e pubblichiamo:
Venerdì 27 settembre alle ore 16 il sindaco di Bene Vagienna aveva indetto in municipio una riunione per “spiegare” agli abitanti della frazione Buretto la sua versione sul bitumificio che la potente ditta Itinera, concessionaria fra le altre dell’autostrada Torino-Savona, intende impiantare su una amplissima area industriale abbandonata, allargata con ampie porzioni di gerbido. Alla riunione si sono presentati, visto che il problema riguarda tutti cittadini, la consigliera Adriana Costamagna e due ex consiglieri, Claudio Ravotti e Tom Salzotti. Tutti sono stati allontanati bruscamente dal sindaco Ambrogio.
Perché la questione riguarda tutti i benesi? Perché Buretto è la frazione più alta di Bene Vagienna, sorge a quota 406 metri, il capoluogo sottostante a 349. L’acqua, è lapalissiano, cade dall’alto verso il basso. Buretto ha poche decine di abitanti, il capoluogo più di tremila. La strada che discende da Buretto, dallo svincolo dell’autostrada, è la provinciale 206, costeggiata da fossi di scorrimento per l’acqua piovana, che rientrano come i sottostanti canali irrigui nel sistema della Bealera Maestra di cui è presidente sempre Claudio Ambrogio.
L’asfalto è un conglomerato di bitume e carbonati vari. Il bitume esiste in natura o è ricavato dal petrolio greggio. Nella produzione o nel riciclaggio dell’asfalto, ricavato dalla scarificazione del manto superficiale dell’autostrada prima di nuove riprese, saranno utilizzate acque di lavaggio che, se non contenute (cosa difficile su un terreno in discesa) e conferite in discarica (ma dove?), finiranno nei fossi e nella rete irrigua. Se poi si tratta dei nuovi asfalti, ultra resistenti e impermeabili, a cui fanno ricorso le imprese più importanti, il poco che si sa, perché vige il segreto industriale, è che derivano dalle poliammidi aromatiche. Questi idrocarburi sono facilmente infiammabili, sprigionando ossido di carbonio. A contatto con la pelle o gli occhi sono devastanti. Vanno tenuti lontano da scarichi, acque di superficie e acque sotterranee.
Ma il fatto più grave è che operai di Itinera (o di una ditta collegata) oggi (venerdì, ndr) nell’ora di pranzo, quando comincia il black out del fine settimana, hanno cominciato a palinare l’area su cui si intende realizzare l’impianto, entrando nella fascia di rispetto di 20 metri dalla strada provinciale. Non risulta che lo Sportello per le attività produttive, gestito dall’Unione del fossanese (di cui è presidente Claudio Ambrogio), abbia rilasciato alcuna autorizzazione. Né è stata richiesta la Conferenza dei servizi all’Ufficio ambiente della provincia. Se ne è svolta invece una due giorni per un megaimpianto fotovoltaico, progettato da un’azienda agricola che non ha terreni nel territorio di Bene Vagienna. L’area è sempre a Buretto, suppergiù la stessa del bitumificio. Il sindaco, in videoconferenza, accortosi della presenza della minoranza sia pure senza diritto di parola, ha votato contro, ma con motivazioni talmente contraddittorie, che la ditta avrà buon gioco a smontarle nel ricorso, magari citando la variante n. 17 al Piano regolatore.
È invece evidente che la potenza richiesta (1440 kW) è in funzione non di un’attività agricola, bensì industriale. Nonostante l’espulsione degli esponenti de “L’altra Bene”, illegittima, perché non preceduta da alcuna ordinanza, la riunione odierna è durata più di due ore. Ambrogio è stato contestato da molti residenti di Buretto. Si prospettano richieste di accesso agli atti e iniziative legali.
La lista “L’altra Bene”