NIELLA TANARO - La casa di riposo di Niella Tanaro a rischio chiusura, le lavoratrici: "Si chiarisca il nostro destino"

La lettera dopo l'annuncio del mancato coinvolgimento della struttura nella costituenda fondazione diocesana

Immagine di repertorio

Redazione 19/05/2023 13:47

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Buongiorno,
chi vi scrive sono le lavoratrici ed il lavoratore della casa di riposo parrocchiale di Niella Tanaro. Ieri sera abbiamo ricevuto con la comunicazione del sindacato una vera e propria “doccia gelata”. Si, perché da tempo sappiamo in che condizioni versa la nostra struttura, sia dal punto di vista strutturale, per quanto riguarda l'edificio che accoglie la casa di riposo, sia dal punto di vista economico, ma soprattutto, lo viviamo da tempo sulla nostra pelle, sulle nostre spalle, sulla nostra disponibilità e tempo, sulle nostre retribuzioni, insomma sulle nostre vite e tutto sempre ed in primis perché abbiamo messo in primo piano l'interesse ed il benessere degli ospiti, dei “nostri” ospiti che con il tempo sono diventati, per certi versi, anche parte delle nostre famiglie e certamente dei nostri affetti.
 
Il nostro è infatti un lavoro dove “non produciamo pezzi” ma eroghiamo servizi ma soprattutto sappiamo che la nostra presenza, il nostro servizio diventano per queste persone fragili, unico e comunque prezioso ed importante punto di riferimento e così anche per le famiglie degli ospiti stessi. Abbiamo lavorato, pur nelle difficoltà brevemente sopra descritte, con il massimo della dedizione ed impegno, nonostante gran parte degli ospiti non fosse autosufficiente con organici ridotti, con turni massacranti e svolgendo compiti, mansioni ed assumendoci responsabilità che non ci competevano e che ci esponevano a rischi quotidiani.
 
Durante il Covid non ci siamo tirati indietro ed abbiamo esposto noi stessi ed i nostri familiari ad altissimi rischi. Abbiamo lavorato in condizioni a volte davvero proibitive ed a volte siamo persino stati ripresi se a fronte della stanchezza e demoralizzazione non riuscivamo nonostante tutto a sorridere: sì, ci è stato detto anche questo. Abbiamo continuato ad operare senza mai avere certezza che, anche nei pochi riposi previsti, non fossimo chiamati a rientrare a lavoro, senza neanche un corrispettivo economico e comunque senza mai tirarci indietro. Abbiamo richiesto un inquadramento contrattuale ed una retribuzione consone e coerenti agli ospiti che assistevamo senza mai avere neanche risposta.
 
Ad un certo punto, in Paese e comunque fuori dalla struttura abbiamo sentito parlare di fondazione ma mai nessuno direttamente ci ha coinvolti, abbiamo chiesto a chi dirige la struttura ma ci è stato risposto che non se ne sapeva nulla, fino a quando rivolgendoci al sindacato abbiamo saputo che, forse, nonostante tutto, poteva esserci la speranza di far parte di un progetto più ampio che poteva “salvarci” e salvare la struttura che ci rendevamo conto, così non poteva vivere ed andare avanti ancora a lungo. Il progetto si chiamava fondazione diocesana, abbiamo partecipato ad incontri ed assemblee organizzati sempre dal nostro sindacato e sembrava che iniziasse a prendere forma un nuovo futuro: poi però, di nuovo il silenzio, gli incontri per la costituzione della fondazione interrotti, le voci che di nuovo circolavano e che sostanzialmente portavano tutte verso un'unica direzione: la casa di riposo parrocchiale di Niella Tanaro è messa troppo male e “non è più ben accetta” all'interno della nuova costituenda fondazione. Richieste di chiarimenti interni ma mai una parola chiara, certa, ”abbandonati”, insieme ai nostri ospiti al nostro destino e ad un lavoro sempre più pesante, impegnativo ed anche frustrante, sapevamo di un controllo della vigilanza dell'Asl, vedevamo ogni tanto persone esterne ed estranee alla casa di riposo girare all'interno della struttura ma mai nessuno ci diceva nulla, tutto questo fino a ieri sera.
 
Tutto questo fino a ieri sera, quando abbiamo appunto saputo che la Casa di Riposo Parrocchiale di Niella Tanaro non sarebbe stata fatta entrare nella nuova fondazione. Ed il mondo, il “nostro piccolo mondo” ci è caduto addosso. Abbiamo voluto brevemente raccontare la nostra storia, perché dietro ogni scelta, una chiusura di un'attività, soprattutto di questo tipo, ci sono storie di vita quotidiana e di sacrifici continui. Siamo affranti ed amareggiati, perché se noi, nulla possiamo, per invertire le difficoltà economiche e strutturali, certamente ci saremmo aspettati, in primis dalla parrocchia e da tutto il “sistema” un'attenzione ed un coinvolgimento diverso e migliore di quanto è stato.
 
Adesso vogliamo però che in tempi brevissimi si chiarisca definitivamente il destino che ci è riservato, quello della struttura e quello dei nostri ospiti, oltre ovviamente al nostro di lavoratori. Pretendiamo e chiediamo rispetto perché il nostro lavoro è dignità, anche nei momenti più brutti come quello attuale.
 
Certi di essere compresi nel nostro stato d'animo vi ringraziamo per l'attenzione.
 
Le Lavoratrici ed il Lavoratore della casa di riposo parrocchiale di Niella Tanaro

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