“Sono sinceramente vicino a chi ha perso una persona cara, mi infastidisco quando si parla dei morti come fossero semplici numeri, ma posso dire che l’amministrazione della struttura ha sempre applicato le direttive dei vari Dpcm. Quando ho assunto - a titolo gratuito, lo voglio specificare - il ruolo di direttore sanitario tutti gli ospiti e tutti i membri del personale erano già stati sottoposti a tampone, non è una cosa scontata. Gli spazi erano già stati compartimentati e non c’è mai stata carenza di presìdi sanitari”. Lo ha detto Domenico Clerico, ex chirurgo già sindaco di Limone Piemonte, dal 16 aprile scorso direttore sanitario temporaneo della casa di riposo “Sacra Famiglia” di Mondovì, subentrato al dottor Bernardelli, risultato positivo al Coronavirus (era stata nominata in un primo momento un’altra direttrice, a sua volta poi contagiata dal Covid-19). Stamattina, martedì 28 aprile, i vertici della RSA monregalese hanno indetto una conferenza stampa per fare il punto della situazione dopo le polemiche delle scorse settimane sulle vittime tra gli ospiti, sulla carenza di personale e in generale sulla gestione dell’emergenza Coronavirus all’interno della struttura.
“Ho ricevuto critiche per aver detto che la situazione all’interno della casa di riposo è sotto controllo - ha detto Clerico - . E’ chiaro che l’affermazione va rapportata al contesto in cui ci troviamo, che è tutt’ora di assoluta emergenza. Ci sono delle difficoltà, è innegabile, ci sono in tantissime strutture non solo in Italia, ma ad oggi riusciamo a coprire tutti i turni, grazie al personale di supporto inviato dall’Asl, grazie ai due medici dell’USCA presenti ogni giorno e all’allungamento dei turni stessi da parte degli operatori”. Oggi sono in servizio alla “Sacra Famiglia” circa 35 Oss, sui 50 nell’organico della RSA.
Il primo caso di Coronavirus, tra gli ospiti della casa di riposo monregalese, è stato accertato il 24 marzo, da lì l’immediata richiesta di tamponi da parte della direzione: entro l’8 aprile tutti gli ospiti e tutti i membri del personale sono stati sottoposti al test. Questi i numeri: positivi 52 ospiti su 95, tutti i 6 infermieri, 10 membri del personale (Oss, cucine, uffici) su 86 e 2 operatori delle pulizie su 6. Drammatico il bilancio delle vittime, 27 nel solo mese di aprile (12 sono deceduti in ospedale): 23 erano positivi al Covid-19. L’età media dei morti di aprile era di 87,3 anni, tutti avevano almeno due patologie pregresse.
Un numero, quest’ultimo, che in ogni caso impressiona se raffrontato con quello dei decessi nei primi tre mesi dell’anno nella RSA di via Ortigara: 4 a gennaio, 2 a febbraio, 6 a marzo.
Per quanto riguarda il personale, invece, si attendono ora, oltre ai tamponi per i nuovi operatori entrati in struttura nelle ultime settimane, i test di verifica per i positivi che, risultando guariti, potrebbero rientrare al lavoro. Solo dopo si procederà a richiedere nuovi tamponi per gli ospiti: “La priorità è tutelare il personale, - ha spiegato Clerico - è l’unico modo per proteggere indirettamente anche gli ospiti. Sarebbe inutile fare tamponi agli ospiti e poi rischiare di metterli in contatto con personale positivo. Il problema è che ad oggi i tempi tra l’effettuazione del test e l’arrivo dei risultati sono ancora lunghi”.
Nella casa di riposo di Mondovì, dopo la nomina dell’ex sindaco di Limone Piemonte, si è comunque proceduto ad implementare ulteriori misure di sicurezza: “Abbiamo fatto una nuova sanificazione dei locali e ulteriormente isolato gli spazi riservati a pazienti Covid e al personale a loro dedicato, ad oggi non ci sono contatti con le aree dove risiedono gli ospiti negativi: va considerato che le RSA per conformazione non sono adatte a questo tipo di organizzazione, avrei avuto difficoltà a istituire una compartimentazione simile anche nel reparto del ‘Santa Croce’ dove lavoravo. Ad oggi gli spazi di questa struttura non potrebbero essere organizzati meglio, al netto delle innegabili difficoltà: va ricordato anche che in molti casi viene richiesto al personale di svolgere compiti per cui non è preparato. Il tempo per la formazione ora non c’è, la si fa sul campo, ma durante un’emergenza come questa è normale che sia così, è una situazione nuova per tutti”.
Presente alla conferenza stampa anche il presidente della casa di riposo Diego Bottero, che ha voluto fornire alcune precisazioni sul ruolo del Consiglio di Amministrazione: “In questi giorni ho letto alcune inesattezze. Il CdA è un organo amministrativo, abbiamo compiti di indirizzo e controllo, ma non abbiamo competenze sanitarie, per esempio sull’esecuzione dei tamponi o sulle misure di sicurezza da adottare. Ad oggi non possiamo nemmeno entrare nella casa di riposo. Interveniamo “politicamente” se ci sono problemi, ma non abbiamo competenza sulle decisioni di tipo sanitario”.
La casa di riposo “Sacra Famiglia”, “blindata” e chiusa anche agli ingressi di nuovi ospiti da inizio marzo, è tra le strutture finite sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Cuneo, che indaga per “epidemia colposa”. Ad oggi il fascicolo d’indagine è aperto contro ignoti.