Le raccomandazioni non bastano più. Scatta l’ora delle ordinanze. Per limitare l’uso dell’acqua potabile. La richiesta è partita da Dogliani, sede del Calso, la società che riunisce i 23 comuni dell’Acquedotto Langhe Sud Occidentale. Destinatari: i sindaci dei paesi che fanno parte della rete idrica alimentata da nove sorgenti e altrettanti pozzi.
Il perdurare del periodo di siccità – accentuato dalle temperature africane di quest’ultima settimana, destinata a entrare negli annali della meteorologia come l’estate record per quanto riguarda le temperature – sta riducendo la quantità d’acqua che ogni giorno il Calso distribuisce attraverso una rete di tubazioni lunga seicento chilometri.
E poi c’è l’effetto agosto, il mese delle ferie, dunque dell’arrivo di molti turisti nei paesi delle colline dell’Unesco ma anche di tanti langaroli che tornano a casa per trascorrere nei luoghi d’origine un periodo di riposo. Di conseguenza gli abituali diecimila utenti s’impennano con l’acquedotto chiamato agli straordinari per fronteggiare le diverse situazioni. Di qui la richiesta dei tecnici del Calso a tutti e ai 23 sindaci di emettere ordinanze per l’uso limitato dell’acqua potabile. Così quella che fino alla fine di luglio era soltanto una raccomandazione ora diventa un divieto a tutti gli effetti. Per esempio sarà vietato innaffiare prati e giardini, lavare l’auto o la moto, pulire spazi e aree private con l’uso dell’acqua dei rubinetti.
In altre parole, come sottolinea il presidente del Calso Marco Botto, si invitano gli utenti a limitare “il consumo di acqua agli usi igienico alimentari. Si eviti dunque di ricorrere a tutte quelle pratiche non strettamente necessarie che contribuirebbero a un consumo notevole di acqua in un momento in cui l’acqua non è proprio abbondante. Per questo insistiamo perché si moderi l’uso dei rubinetti”.
Il Calso ha comunque attivato tutti i pozzi disponibili sul territorio in modo da fronteggiare i picchi stagionali di consumo in modo da garantire il servizio su tutti i comuni serviti.