Saluzzo come Mondragone? No, risponde secco il primo cittadino della capitale del Marchesato. Mauro Calderoni non ci sta a vedere le difficoltà della città che amministra paragonate a quelle di altri centri alle prese con l’afflusso degli stagionali e le tensioni sociali che ne derivano.
Venerdì scorso era stato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ad avanzare
polemiche accuse di ‘doppiopesismo’ nel racconto mediatico: da Saluzzo, sosteneva il governatore,
“ho visto delle immagini paradisiache, mi è parso di sentire che molti di questi stagionali dormissero nei giardini, nei parchi pubblici, ma la descrizione che è arrivata di quella realtà era simile alla descrizione di un picnic fatto sui prati fioriti. Non le immagini di guerra che arrivavano da Mondragone, ma gente che dormiva tranquillamente nei parchi pubblici”.
La replica del compagno di partito piemontese alle parole dell’esponente democratico non si è fatta attendere: “La politica degli slogan non mi piace. Saluzzo non è Mondragone e prima non era Rosarno: semplificazioni insopportabili, slogan i cui unici effetti sono di dividere le comunità che invece soffrono per la stessa emergenza e banalizzare una situazione drammatica che evidentemente è nazionale”. Una ‘stoccata’ diretta al vulcanico De Luca quella di Calderone, che sostiene di attendersi piuttosto un impegno per superare l’attuale apparato normativo “da personaggi politici con tanta esperienza e grande visibilità”.
Nel Saluzzese, continua Calderoni, “si sono fin qui evitati scontri solo perché la comunità ampiamente intesa (istituzioni, enti, forze dell’ordine, associazioni, sindacati, aziende e volontariato) da anni tenta tenacemente, ben oltre le proprie competenze e al limite delle proprie forze, di contenere una situazione esplosiva”. Il messaggio si chiude con una proposta: “Caritas, Cgil, Slow Food e tutte le organizzazioni che hanno una articolazione in tutti i luoghi in cui si vivono gli effetti drammatici della deregolamentazione del lavoro agricolo stagionale, organizzino una grande conferenza nazionale da cui proporre nuove regole”.