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Sentenza storica oggi al Tribunale di Cuneo: prima condanna per caporalato nel Nord Ovest. Il bracciante Koanda Moumouni ha sfidato la paura e il silenzio, ha raccontato lo sfruttamento dei lavoratori migranti nei campi e negli allevamenti del saluzzese. Paghe da fame, a cottimo, fino a 11 ore di lavoro al giorno anche il sabato e la domenica, sotto la pioggia, di notte, e molte ore pagate in nero, fuori dalla busta paga. Non solo: estorsioni e minacce da parte del caporale, Momo, condannato a 5 anni di reclusione, €14.700 di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici), insieme agli imprenditori agricoli Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca e agli allevatori Andrea Depetris e Monica Coalova (3 anni di reclusione, €8.400 di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici). Come può la nostra società tollerare tutto questo?”. Lo dichiara in una nota il capogruppo di Liberi Uguali Verdi,
Marco Grimaldi.
“Da anni denunciamo le condizioni drammatiche di lavoro e di soggiorno dei migranti nelle campagne piemontesi – prosegue Grimaldi. – Oggi un muro di silenzio è crollato grazie al coraggio dei lavoratori, ma anche all’opera quotidiana dell’associazione Sicurezza e Lavoro, della Flai Cgil e di tanti altri soggetti che da anni conducono una dura battaglia contro caporalato e sfruttamento. È solo un inizio. Chiedo all’Assessore Protopapa che cosa ne sia stato del protocollo d'Intesa per la promozione del lavoro regolare in agricoltura firmato nel 2019”.