Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della sezione cuneese di Casa Pound, relativa alla questione del "
dormitorio" che dovrebbe essere realizzato presso i locali della ex caserma Filippi di Saluzzo.
"Abbiamo seguito il dibattito sviluppatosi - scrive Fabio Corbeddu, portavoce di CasaPound Italia per la Provincia di Cuneo - e non comprendiamo come si possa andare fieri dell'ipotesi 'dormitorio' alla ex-caserma Filippi. Siamo di fronte ad una sinistra che favorisce l'imbarbarimento delle condizioni lavorative, celandosi dietro una facciata di falsa umanità, sapendo benissimo che è in atto l'erosione di prerogative conquistate in anni di lotte dei lavoratori, a favore di tutti. Se 'chi ricorre a questa manodopera la apprezza' (come dice il dott. Allemano), è pur vero che non è questo un buon motivo per cui i saluzzesi debbano accettare l'aumento degli oneri sociali che derivano da queste scelte".
"Esprimiamo la nostra ferma opposizione - prosegue la nota di CasaPound - a questa ipotesi, scellerata, di alloggiare un numero indefinito di lavoratori africani in una caserma, al solo scopo di non vederli accampati in piazza e turbare così la sensibilità dei cittadini: basti guardare a Torino, dove nell'ex quartiere olimpico si è lasciato proliferare un insediamento abusivo, ricettacolo di degrado e criminalità. Lo Stato non può abdicare al proprio ruolo su una parte di Saluzzo e non può permettere la nascita di questo 'dormitorio-ufficio di collocamento': è bene che l'incontro tra domanda e offerta di lavoro avvenga sotto l'egida delle istituzioni, e non venga lasciato alla mercè di caporali".
"Ovviamente il problema - conclude Corbeddu - dovrebbe essere risolto alla radice, interrompendo l'afflusso indiscriminato di immigrati, ma questo spetta al futuro governo, se mai ne avremo uno. Noi chiediamo di determinare di concerto con le aziende agricole la quota di stagionali necessaria, di soddisfarla attigendo alle liste dei lavoratori disoccupati già iscritti presso il centro per l'impiego, secondo le norme di cui alla contrattazione collettiva nazionale, e che le esigenze abitative siano parimenti gestite: contratti transitori a canone concordato, pagati dalle aziende con cessione di una parte di retribuzione del dipendente. Forse sarebbe più agevole stipare tutti in una caserma, ma non è una soluzione dignitosa, non è una soluzione rispettosa verso Saluzzo e verso i lavoratori".