Francesco Beriachetto, sindaco di Bagnolo Piemonte negli anni Novanta ed ex assessore della comunità montana di cui fa parte anche Crissolo, interviene sul caso dei buoni benzina che ha coinvolto Elisa Tarasco, candidata alle elezioni regionali con Fratelli d’Italia.

 

La vicenda è al centro di un’inchiesta della Procura per corruzione elettorale, avviata già prima che le telecamere di Report accendessero i riflettori sul presunto “scambio”. Si parla di una consegna di due coupon da 50 euro l’uno a una coppia di Crissolo, il paese della valle Po in cui Tarasco risiede insieme al marito Gabriele Genre. I buoni carburante erano stati infilati in una busta insieme alla propaganda elettorale della candidata, a pochi giorni dal voto.

 

Un gesto che i destinatari dell’“omaggio” non hanno gradito, consegnando la busta con il suo contenuto al sindaco di Crissolo Fabrizio Re. Quest’ultimo, intervistato da Report, ha anche detto di ritenere strano il fatto che Tarasco avesse ottenuto una messe di voti in valle (in totale, le preferenze a suo nome sono state 1.815: la terza più votata nella lista di Fratelli d’Italia e prima degli esclusi).

 

Beriachetto però non concorda: “È sufficiente analizzare i dati elettorali per rendersi conto che le preferenze ottenute dalla dott.ssa Elisa Tarasco sono perfettamente in linea con i voti di lista di Fratelli d’Italia che è stata di gran lunga la formazione politica più votata nella nostra circoscrizione, compresi anche comuni al di fuori della Valle Po come Bagnolo, Barge, Saluzzo ecc”.

 

“Mi verrebbe da chiedere al sindaco di Crissolo - aggiunge l’ex amministratore - perché solo adesso ha deciso di divulgare la notizia che dice di sapere da almeno sei mesi, ma conoscendo un poco le dinamiche interne di quella piccola comunità, mi sento di dire che tutto quanto si può inserire all’interno di beghe di paese le cui cause, mi passi la battuta, si perdono nella notte dei tempi. Del resto la faccia goduta, a favore di telecamera del suddetto, la dice lunga sulle qualità dell’uomo e sulle sue vere ragioni, che il servizio di Report ha accuratamente omesso”.