Nei giorni scorsi, un imprenditore agricolo saluzzese, Davide Barale, ha lanciato su change.org una petizione con raccolta firme per sostenere il prezzo minimo garantito ai produttori dell’ortofrutta. Attraverso l’iniziativa si “chiede al Governo italiano di prendere delle misure indirizzate alla creazione di una borsa valori che determini i prezzi delle merci agricole da riconoscere alle aziende del settore in relazione ai costi di produzione che, anno dopo anno, aumentano sempre di più”.
Cosa ne pensa Cia Cuneo? Lo abbiamo chiesto a Diego Botta, presidente della zona di Saluzzo: territorio di grande rilevanza e baricentrico del Piemonte per quanto riguarda le colture ortofrutticole. Dice: “Come Cia Saluzzo non abbiamo espresso un supporto formale alla campagna online, ma siamo d’accordo sull’importanza di intraprendere un esame approfondito delle dinamiche agricole e dell’innovazione a livello locale. Da tempo la nostra organizzazione si occupa dei temi sollevati dalla petizione. Attraverso le discussioni e gli scambi di opinione con gli associati e i partner stiamo affrontando il contesto attuale e le sfide che abbiamo davanti. Proponendo soluzioni innovative per indirizzare il futuro dell’agricoltura e, nel caso specifico, della frutticoltura”. Ad esempio? “La raccolta firme ha evidenziato la necessità impellente di riflettere sulle possibili evoluzioni in agricoltura, adottando nuovi approcci che rendano il settore più sostenibile e competitivo”.
Su questo aspetto la piattaforma SmartMele, sviluppata da un’azienda locale, si è delineata come una potenziale soluzione per guidare il cambiamento. Sottolinea Botta: “Esprimiamo un parere positivo sul progetto. Questi tipi di strumenti possono differenziare i mercati, aprendo nuove opportunità le quali, al contrario, sarebbero più complesse da raggiungere. Inoltre, l’iniziativa di rendere pubblico il prezzo degli scambi commerciali è meritevole, in quanto consente una valutazione basata su dati più trasparenti. Il tutto nell’ottica di un auspicabile riequilibrio della catena del valore, che attualmente sembra pendere di più verso l’aspetto commerciale e non verso quello produttivo”.
In conclusione, qual è il percorso da imboccare per un’agricoltura rinnovata e l’impegno della Cia in questa direzione? “Innanzitutto, è necessaria la partecipazione di tutti gli attori coinvolti. La Cia intende facilitare il dialogo tra agricoltori, organizzazioni locali e aziende, con l’obiettivo di individuare soluzioni pratiche e innovative capaci di migliorare l’equilibrio all’interno del settore. Siamo aperti al dialogo. Mentre il futuro dell’agricoltura italiana si trova in una fase evolutiva, la guida della Cia Saluzzo potrebbe svolgere un ruolo chiave nell’orientare il comparto verso un futuro più resiliente che guarda all’innovazione”.
Le posizioni differenti di Cia Cuneo rispetto alla petizione
Rispetto a quanto espresso nella campagna con raccolta firme lanciata su change.org, Cia Cuneo su alcuni fronti ha altre posizioni. L’organizzazione ritiene che il contratto di conferimento dell’ortofrutta non debba essere totalmente abolito, ma utilizzato in maniera più adeguata rispetto a quanto accade spesso oggi. Infatti, può rimanere uno strumento importante, però è necessario che le cooperative di produttori mettano gli agricoltori al centro delle loro mission e vision. Solo in questo modo gli imprenditori del settore possono essere coinvolti nelle decisioni. Nel contempo, gli stessi imprenditori devono affrontare il mercato con una nuova mentalità accettando la sfida di assumersi la responsabilità anche di parte del lato commerciale: un aspetto che, fino a ora, in questo contesto è stato spesso marginale.