Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Coldiretti Cuneo.
Pur accogliendo positivamente la nuova apertura prevista dal Decreto Cura Italia, in base alla quale potranno collaborare nei campi anche i parenti lontani fino al sesto grado, Coldiretti Cuneo ribadisce l’urgenza di semplificare i voucher agricoli per garantire la disponibilità di alimenti e sopperire alla mancanza di manodopera in agricoltura.
Per l’emergenza Coronavirus il Decreto Cura Italia ha esteso dal quarto al sesto grado il rapporto di parentela/affinità per le attività prestate nei campi, che non costituiscono rapporto di lavoro né subordinato né autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito e nel rispetto delle restrizioni alla mobilità vigenti.
“Si tratta di una prassi molto diffusa in agricoltura nel passato quando anche lontani parenti tornavano nelle cascine di famiglia in occasione delle campagne di raccolta, ma che negli ultimi anni è praticamente scomparsa anche per i vincoli burocratici ed amministrativi introdotti. Il nuovo intervento consente di avvalersi di una platea più ampia di soggetti in una situazione in cui è diventato più difficile reperire manodopera per le necessità produttive”, commenta il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo.
Ma non basta. “Serve con urgenza una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire a cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare un’occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle nostre campagne” rimarca Moncalvo.
In Provincia di Cuneo i voucher sono utilizzati soprattutto per la vendemmia e per la raccolta di frutta e verdura e potrebbero beneficiarne circa 4.000 aziende agricole, generando almeno 8.000 posti di lavoro.
I voucher – ricorda Coldiretti Cuneo – sono stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 proprio in agricoltura, con la vendemmia, per le peculiarità dell’offerta di lavoro nelle campagne. Negli anni successivi quello dei campi è stato l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito) e con gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e che ora, in una situazione di emergenza, vanno eliminati.
“Favorire la diffusione di uno strumento che ha dimostrato di produrre importanti effetti sulla nostra economia, favorendo l’occupazione e l’emersione del sommerso, deve essere ora un obiettivo da perseguire”, conclude Moncalvo.
Intanto, la Commissione UE ha raccolto l’appello lanciato da Coldiretti per l’apertura di “corsie verdi” per la libera circolazione dei lavoratori agricoli all’interno dell’Unione europea al fine di garantire le produzioni agricole e le forniture alimentari alle famiglie. L’Esecutivo di Bruxelles ha riconosciuto che alcuni settori dell’economia, in particolare l’agricoltura, dipendono in larga misura da occupati stagionali e per tale ragione ha esortato gli Stati membri ad istituire procedure specifiche per garantire un passaggio agevole a queste persone, specificando che allo scopo verrà attivato il Comitato tecnico per la libera circolazione dei lavoratori.