Riceviamo e pubblichiamo.
A Crissolo, come in qualsiasi altra parte del mondo, accade esistano personaggi che qualsiasi cosa accada non possono esimersi dal dipingere se stessi con indosso i panni dei “buoni benefattori”, sempre disponibili a sacrificare se stessi contro il “brutto e cattivo” di turno per quel bene del paese che molto spesso va inavvertitamente a braccetto con il proprio. Il loro sentirsi vittime di chissà quali complotti (è la storia toccata in sorte ad un po’ tutti i sindaci degli ultimi decenni) li porta spesso a poter pensare di dispensare ad ogni piè sospinto ogni tipo di informazione assai ben pilotata possa frullare loro nella testa, atta a fingere quella disponibilità nei confronti dell’oppressore poi regolarmente smentita dai fatti. Vero?
Per evitare che queste informazioni di parte continuino a fuorviare quella che è la verità incontrovertibile dei fatti, ho deciso oggi di raccontarvi nei dettagli i fatti accaduti negli ultimi mesi circa l’annosa questione degli impianti di risalita della nostra stazione.
Giova innanzitutto ricordare che la convenzione venticinquennale firmata nel 2017 con Gabriele Genre per la gestione degli impianti era subordinata alla regolarizzazione degli Usi Civici (che riguarda impianti, due bar, centralina idroelettrica), cosa questa cui Genre non ha mai ottemperato. Di più: alle nostre insistenti richieste di presentarci i bilanci al fine di quantificare l’esatto importo dovuto, Genre ha prima risposto inviando in municipio cartelline desolatamente vuote e poi dismettendo unilateralmente (vale a dire “da solo”, in piena autonomia e senza costrizione alcuna) la gestione degli impianti di risalita.
Era il 13 giugno ed il giorno dopo (quando si dice il caso!) l’ingegner Degioanni (Sipre) ci comunicava che per far funzionare la seggiovia era indispensabile una costosa revisione dell’impianto. Cosa per la quale il Comune ha prontamente messo a bilancio 60 mila euro.
Nel frattempo il Comune (venendo incontro alla richiesta di Gabriele Genre) individuava un perito cui affidare la perizia capace di stabilire il reale valore dei due skilift di proprietà della Sipre, nella persona dell’ingegnere valdostano dottor Bor.
Il 5 dicembre scorso ho personalmente partecipato ad un incontro con i sindaci del territorio con i quali abbiamo affrontato alla luce del sole l’eterna diatriba. L’incontro si concluse con la richiesta di tornare ad incontrarsi alla presenza di Gabriele Genre. Il secondo dei due incontri ha avuto luogo il 13 dicembre ma, al momento di entrare nel cuore del problema e preso atto che la perizia di stima degli ski-lift era finalmente pronta, Gabriele Genre salutava tutti ed abbandonava l’incontro!
Il giorno successivo ancora, il 14 dicembre, la perizia dell’ingegner Bor viene consegnata ai legali del Comune che - il giorno dopo ancora - provvedono a recapitarla agli avvocati che tutelano gli interessi di della Sipre.
Va da sé quindi, alla luce di tutto quanto esposto, che se c’è qualcuno che oggi aspetta un segnale dalla controparte questo “qualcuno” è sicuramente il Comune e non può essere in alcun modo Gabriele Genre, che continua da un lato a rimandare la palla nel campo avversario dicendosi pronto a discutere e dall’altro finge di ignorare che dal 15 dicembre i suoi legali hanno tra le mani la valutazione (finalizzata all’acquisto) che il perito super partes ha dato ai suoi due skilift.
Questo vuol dire essere pronto a discutere? Questo vuol dire “non voler trattare con lui” come Gabriele Genre stesso va dichiarando ai giornali o l’esatto opposto?
Nel frattempo nella Baita della polenta, domenica 27 novembre, viene promossa e sottoscritta una lettera aperta che raccoglie 179 firme - una manciata di residenti sul territorio e valligiani, nessuna di titolari di attività commerciali, circa una cinquantina o poco più di possessori di seconde case (sui 1200 risultanti ai nostri Uffici, pari ad almeno 2400 persone) - per chiedere notizie sulla data di apertura degli impianti (avverrà non appena avremo un nuovo gestore ed avremo trovata una quadra con il vecchio), quando si concretizzeranno i progetti richiesti (dipende se e quando la Regione Piemonte li elargirà) e cosa si intende fare a tutela delle attività commerciali (da anni il Comune stanzia contributi per tenerle in vita ed evitare la desertificazione).
Serve altro per spiegare quel “meglio poveri ma liberi”?
Fabrizio Re - Sindaco di Crissolo