SALUZZO - Gelata nei frutteti del Saluzzese, Bongioanni (FdI): “Garantire almeno il 40 per cento delle perdite”

Il presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte ha presentato un ordine del giorno a sostegno del comparto

15/04/2021 14:08

Una gelata repentina, inattesa e inauspicata ha messo in ginocchio gli agricoltori dei frutteti del Saluzzese, i quali, a causa delle temperature rigide decisamente fuori stagione, hanno registrato loro malgrado la perdita della maggior parte del raccolto. Un danno incommensurabile, che ha indotto Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, a presentare un ordine del giorno a supporto dell’intero comparto: “Chiedo - ha esordito il consigliere - di garantire almeno il 40% della perdita del raccolto, mediante un sistema che abbiamo già utilizzato, ossia quello che prevede la lettura del reddito aziendale dell’ultimo triennio e l’effettuazione della media ponderata. Nei giorni scorsi ho fatto un sopralluogo nei frutteti e nelle aree a produzione frutticola saluzzesi, dove un’ondata anomala di gelo ha provocato un disastro enorme, stimato dai produttori frutticoli, eccellenza del Piemonte, tra l’80 e il 100% del raccolto: un accadimento che mette a rischio tutta la filiera e non solo i produttori. Parliamo di posti di lavoro connessi a loro e all’indotto: chi fa il trasporto, chi trasforma, chi fornisce i concimi. Serve il via libera del Ministero per la dichiarazione di stato di calamità”.
 
D’altro canto, il settore frutticolo del Saluzzese - è risaputo - rientra fra i più importanti e apprezzati del nostro Paese per quanto concerne la produzione di mele, pesche, kiwi e piccoli frutti: “Parliamo di una forza lavoro di 7 mila aziende, che generano 6.400 dipendenti ordinari e 12 mila stagionali, con un fatturato di 350 milioni all'anno e altrettanti nell’indotto”, ha spiegato Bongioanni. Ad esempio, prendendo in considerazione esclusivamente l’ambito delle pesche, le ditte in esso specializzate sono 1.600, con una superficie coltivata di 3.300 ettari e con una produzione di 750mila quintali su tutta la regione, di cui solo 690mila in provincia di Cuneo.
 
Le assicurazioni arriveranno a erogare sino al 60% del totale del danno, dunque da parte della Regione serve uno sforzo per aggiungere quel 40% di vitale importanza per i lavoratori del settore: “Se nell’immediato vi fossero risorse, quali, ipoteticamente, gli avanzi del Psr del settennato 2014-2020, dovranno essere impiegate come anticipo degli indennizzi. Mi sono confrontato con i colleghi dell’Emilia-Romagna e so che c’è già un punto del Psr, il 5.2 per la precisione, che prevede degli avanzi per poter investire e risarcire dove ci sono state grandi calamità naturali. Quindi, ho chiesto espressamente di rifinanziare la misura 5 del PSR 2014/20 sugli interventi a favore delle imprese agricole danneggiate da calamità naturali, al fine di poter assicurare un primo e tempestivo contributo per gli agricoltori danneggiati”.
 
Un primo itinerario è stato pertanto individuato, ma non mancano neppure le alternative: “Qualora non si potesse percorrere questa strada - ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale -, noi stiamo ancora lavorando sul Recovery Fund, che, pur arrivando con qualche mese di ritardo, permetterebbe di intervenire e sostenere un comparto al quale il Piemonte non può rinunciare. Infine, dal momento che credo che prevenire sia meglio che curare, chiedo che nel Recovery Fund sia inserito un progetto di sostegno all’agricoltura a chilometro zero, così da costruire e incentivare sistemi che possano mitigare gli effetti del gelo. Un episodio come questo può distruggere un intero segmento economico”.

c.s.

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