Arriva una doccia fredda dal neoassessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, ai sindaci del Saluzzese, del Fossanese e del Saviglianese incontrati in una conferenza a Savigliano nel pomeriggio di ieri, venerdì 19.
Non ci sarebbe “una copertura nelle risorse regionali, né in quelle statali, né in quelle dei privati”, avverte il titolare della sanità piemontese, per il programma di investimenti approvato a maggio del 2018 dal Consiglio regionale del Piemonte. Quest’ultimo prevede per il triennio 2018-2020 interventi per 7,5 milioni di euro su Saluzzo, 6,2 milioni su Fossano e 18 milioni su Savigliano, più 22 milioni di euro nel triennio successivo su Savigliano. Nel complesso si tratta di 53,7 milioni di euro che però, allo stato attuale, sembra impossibile reperire nelle finanze pubbliche.
Il piano direttorio varato dalla precedente giunta Chiamparino prevede in particolare che l’ospedale di Fossano si configuri come presidio di riabilitazione di II e III livello con lungodegenza, procreazione assistita, radiologia e ambulatori specialistici integrati con la rete ospedaliera. Il Polo saluzzese dovrebbe invece diventare un riferimento di area vasta per il servizio specialistico di assistenza agli ammalati respiratori in stadio avanzato (ventilo-terapia respiratoria in regime di ricovero, ambulatoriale e domiciliare) e attività ambulatoriali sperimentali, affiancate a quelle tradizionali, quali l’odontoiatria sociale e con progressivo allargamento dell’attività chirurgica di elezione in regime di day-week surgery e ambulatoriale. Altri interventi di potenziamento sono previsti anche per l’ospedale di Savigliano, in qualità di ospedale cardine.
Ma se ‘il piatto piange’ per quanto riguarda questi importanti stanziamenti futuri, c’è qualche preoccupazione anche riguardo alla prima tranche di risorse per 9 milioni di euro che la Regione ha assegnato a marzo di quest’anno all’Asl Cn 1. Questi finanziamenti servono per ‘avviare’ le attività di riqualificazione dei presidi ospedalieri dell’Area nord, con particolare riferimento all’adeguamento sismico e antincendio. Tuttavia, sottolinea Icardi, “esiste il rischio, oggi non ancora determinato, che i 9 milioni non siano sufficienti per mettere in sicurezza i 3 presidi”.
I lavori di analisi per la messa a norma stanno comunque proseguendo e l’Asl prevede di concludere questa fase di approfondimento e analisi entro trenta mesi da oggi. All’esito di queste attività, l’Asl otterrà l’adeguamento antincendio dei presidi ospedalieri e i risultati relativi agli adeguamenti necessari per l’antisismica.
“La volontà dell’assessorato di offrire una risposta sanitaria adeguata e completa al territorio è fuori discussione, - conclude Icardi - ma le risorse potranno essere individuate solo dopo l’esito delle analisi tecniche sulla tenuta statica delle strutture. L’assessorato continuerà a misurare la risposta sanitaria offerta alla popolazione del territorio con particolare attenzione, sia per quanto riguarda la produzione ospedaliera (bassa e media complessità sull’Asl Cn1, media e alta complessità sull’Aso Santa Croce e Carle), sia per quanto riguarda la rete di assistenza territoriale (ad esempio, piano cronicità e suo concreto funzionamento)”.