Sono nove gli ucraini sfollati dalla guerra a Moretta da qualche settimana, ospiti di alcune famiglie morettesi. Sabato scorso sono state accolte in municipio, in sala consiglio, dal sindaco di Moretta Gianni gatti, dalla vicesindaco Emanuela Bussi dall’assessore Sauro Zannone e dai consiglieri Manuela Millone, Michele Alesso e Daniele Franco. "Il primo e più importante grazie – ha sottolineato Gatti – va alle famiglie di Moretta che hanno aperto la porta di casa loro per dare accoglienza agli ucraini in fuga dalla guerra. Quando è iniziato il conflitto pensavamo che potesse essere un’azione militare breve, invece si sta tramutando in un incubo per la vostra nazione. Spero che ognuno di voi possa al più presto avere la possibilità di tornare in patria. Comprendo il vostro stato di ansia e di angoscia, soprattutto verso i vostri amici e parenti rimasti in territorio ucraino. Sono certo però che a Moretta avrete tutto l’aiuto che vi serve. So che molte persone vi stanno aiutando e stanno cercando di fare quanto nelle loro possibilità per rendere più serena possibile la vostra permanenza".
A tutti i presenti è stato consegnato un omaggio da parte del Comune, che comprende, tra le altre cose, un uovo di Pasqua per i bambini e una colomba per ogni famiglia. "La colomba non è solo il dolce della Pasqua - ha ricordato Gatti - ma è un simbolo di pace. Speriamo sia di buon auspicio". In questi giorni hanno preso il via i corsi di alfabetizzazione grazie al supporto dell’Unitre. "Chi lo desidera - ha ricordato la vicesindaco Emanuela Bussi - può rivolgersi al Comune e partecipare. Anche l’oratorio ribadisce che tutti i bambini e i ragazzi possono partecipare alle attività del sabato. Inoltre sono a disposizione gli impianti sportivi. Tutte le società saranno liete di accogliere chi desidera praticare un’attività".
Grazie al lavoro di traduzione da parte di Irina, cittadina ucraina da anni residente a Moretta, si è instaurato un interessante dialogo tra le parti. Il nucleo ospitato dalle famiglie Sanfilippo e Rubiolo, composto dalla nonna Alla, dalle figlie Larisa e Tatyana, e dai nipoti Sasha, Daria e Radmin, ha raccontato di arrivare da Odessa: "Nessuno si attendeva la guerra - raccontano -, anche se nelle scuole venivano intensificate le esercitazioni per mettersi al riparo in caso di attacco. Abbiamo lasciato la città il quarto giorno, quando sono iniziati i primi bombardamenti contro le zone militari a ridosso di Odessa". Sasha, 17 anni, è iscritto all’ultimo anno di scuola superiore e sta seguendo in dad le lezioni tenute ancora oggi in Ucraina: "Voglio diplomarmi e andare all’università". L’altro gruppo di sfollati, ospitato tramite la Caritas di Moretta dalla famiglia Galetto, arriva da una zona rurale della regione di Zaporizzja, poco a nord di Mariupol. Sono riusciti a lasciare l’area quando già i russi avevano conquistato i paesi. Dopo aver raggiunto Bologna, sono stati destinati al Piemonte e a Moretta dove, tra i primi e più attivi ad aiutare la comunità sfollata, sono stati Stefano Trentini e la moglie Maria (di origini ucraine), titolari del ristorante pizzeria “Al 33”.