Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del Vescovo di Saluzzo, Mons. Cristiano Bodo, sul Covid e sul post pandemia.
Il Covid, un piccolo virus che butta per aria tutte le nostre certezze, tutte le nostre sicurezze, un virus che sembra non lasciarci in pace. Sicuramente ha fatto e sta facendo il giro del nostro pianeta e tocca ciascuno di noi nei nostri affetti, nei nostri sentimenti, nelle nostre relazioni. In questo tempo è difficile leggere in profondità il nostro cuore, siamo presi dalla rabbia, dall'incertezza, dalla tristezza, dal pensare "nero", dalla paura e tutto questo insieme di sentimenti ci fa vivere nella solitudine, sia perchè costretti dalle norme restrittive che ci chiudono in casa, sia perchè ognuno, come forma di difesa davanti alla sofferenza e al disagio che si ritrova a vivere, si chiude in se stesso e si mette addosso una corazza che lo tiene distante dagli altri. Va a finire che gli uomini hanno paura degli altri uomini, hanno paura di incontrarli, di esserne sfiorati, di esserne interpellati perchè si chiedono “chissà se ha il Covid e mi infetta?” oppure “se poi gli trasmetto qualcosa che a mia volta ho preso dagli altri?” E che dire quando si vede qualcuno senza mascherina? Ognuno di noi è considerato dagli altri e si considera per gli altri un PERICOLO. Certamente sembra essere cresciuta una certa solidarietà e un'apertura nei confronti dei più bisognosi, ma con la giusta distanza.... Ma cosa sarà dopo il Covid ? A me viene più spontanea la domanda: ma dov'è il nostro cuore? Dov'è il mio cuore? A che punto è il mio cuore? E se dovessi provare la temperatura del mio cuore? Tutto il futuro mi sembra sia in mano a questa domanda. Io, Vescovo, oggi mi chiedo verso dove sta andando il mio cuore? Segue il soffio dello Spirito o la bufera della tempesta della paura? Che speranza vivo? Che speranza offro? Cosa sarà il post Covid nella Chiesa?
La Chiesa è il popolo di Dio che sta vivendo le stesse vicissitudini del mondo, nessuna differenza. Solo la relazione di fiducia con e nel Signore che ha già vinto la morte, ogni morte, dona speranza ad ogni uomo che in Lui si abbandona. Viviamo allora questa fiducia, consegniamoci nelle sue mani, mettiamo la nostra vita nella sua affinchè anche il domani, ogni domani, compreso il post Covid sia vissuto in Lui. “La Pandemia ci ha messo tutti in crisi. Ma ricordatevi: da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori. Questa è la nostra opzione. Ognuno di noi è chiamato ad assumersi la sua parte di responsabilità, cioè condividere le responsabilità” (Papa Francesco, Udienza generale, 26 Agosto 2020). Per questo quanto vorrei che la Chiesa si riscoprisse come popolo di Dio capace di vivere relazioni autentiche, evangeliche, che sappiano formarci come unico corpo. Sicuramente pieni di paura ma nella gioia di essere figli. Questa è la Chiesa che sogno! Torniamo alla domanda come sarà la Chiesa dopo il Covid ? Credo proprio che dipenderà da come la stiamo costruendo oggi. L'invito che vi rivolgo allora è: lasciamoci invadere il cuore dalla speranza, che è Cristo!