Perché non fare dell’antica capitale marchesale dei Del Vasto la sede di un festival della cavalleria? Il suggerimento arriva da un pulpito illustre, quello dello storico Franco Cardini, che ha chiuso con una lectio magistralis la prima edizione della Festa del libro medievale e antico di Saluzzo.
Di fronte al pubblico attento dell’ex monastero di Santa Maria della Stella l’intellettuale fiorentino, uno dei più noti medievisti italiani, ha parlato per un’ora e mezza del “suo” Medioevo tra storia e letteratura. Inevitabile, visto il contesto, cominciare dalla Griselda di Boccaccio, la popolana che conquista e redime il marchese saluzzese Gualtieri grazie alla sua straordinaria virtù: si tratta della protagonista dell’ultima delle novelle del Decamerone, allegorica antitesi del dissacrante ser Ciappelletto con cui si apriva l’opera. E poi il San Francesco insolito delle prime biografie, dai Fioretti alle Vitae di Tommaso da Celano fino a San Bonaventura, rappresentato come un perfetto cavaliere in lotta contro i propri limiti.
“Siamo in un tempo di ‘medievismo’ galoppante, ma non di medievistica” ammonisce l’ex docente 81enne, in passato consigliere di amministrazione della Rai: “Oggi tutti vogliono vestirsi alla medievale o mangiare alla medievale ma le aule universitarie sono deserte, a livello tale che stiamo perdendo delle cattedre. L’Italia è piena di gente che fa feste medievali e fino a pochi decenni fa le faceva in modo ridicolo, tutto sommato la cosa più seria era la porchetta: ora stanno migliorando e imparando a maneggiare le fonti. Chissà che grazie a questo il Medioevo non possa tornare a essere oggetto di interesse anche nelle aule”.
Di qui l’invito alla città di Saluzzo, candidata a capitale della cultura italiana nel 2024, affinché vada a colmare un “vuoto” nel panorama delle kermesse ispirate all’età medievale ospitando un festival dedicato alla storia e agli usi della cavalleria: “Non riesco a immaginare un luogo migliore. Saluzzo è l’‘autunno del Medioevo’ descritto da Huizinga, così come lo sono Toledo e Bruges” conclude Cardini, spronando l’amministrazione a seguire l’esempio del festival del Medioevo di Gubbio. Un “guanto di sfida”, è il caso di dire, che ora tocca alla politica raccogliere.