BELLINO - "Le nostre montagne vivono se c’è gente che le abita, che vi lavora, che accetta la sfida delle scomodità"

L'intervento di una lettrice sulle polemiche legate alla transumanza a Bellino: "Mi rammarico che il sostegno ai giovani che scelgono il mestiere di pastore non sia sempre pieno"

Immagine di repertorio

12/07/2024 08:50

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Gentile Direttore,
chiedo ospitalità sul suo giornale per esprimere alcune considerazioni a margine della lettera a Voi inviata dal Sindaco di Bellino in data 11 luglio. Premetto che non voglio entrare in polemica con il primo cittadino di Bellino poiché della vicenda in questione conosco solo il contenuto della sua lettera. Conosco però la famiglia di Simone da più di trent’anni e non temo smentita su di un fatto: il legame che unisce questo pastore alle sue bestie è profondo e fatto di rispetto. Mai e poi mai farebbe qualcosa che ad esse possa nuocere. Da sempre.
 
Purtroppo la transumanza in epoca moderna costringe all’uso di mezzi a motore che notoriamente disorientano e spaventano gli animali. Il momento dello scarico bestiame è sempre delicato e non privo di tensione. 
 
Mi rammarico che il sostegno ai giovani che scelgono il mestiere di pastore non sia sempre pieno, ma si sa che il conflitto tra nomadi e sedentari data dal Neolitico. Eppure l’Unesco riconosce la transumanza come Patrimonio Immateriale dell’Umanità! Le nostre montagne vivono se c’è gente che le abita, che vi lavora, che accetta la sfida delle scomodità, la durezza e la fatica. 
 
Lettera firmata

c.s.

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