Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio direttore,
mi duole constatare che l’Italia, assieme giusto alla Cina, è rimasto l’ultimo Paese nel mondo e certamente in Europa nel quale ancora si ragiona di mascherine e green pass. Nonostante abbia sempre ritenuto fosse corretto seguire le norme e mantenere le giuste cautele, non posso che ritenere immotivata e puramente ideologica la scelta del governo di perdurare con l’obbligo di mascherina fino (almeno) al 15 giugno su mezzi di trasporto, cinema, teatri e locali. Un’inutile cattiveria senza alcuna base scientifica, così come dimostrano i recenti studi. Un concentrato di contraddizioni “made in Speranza” che fa di noi un unicum nel mondo.
Il rinnovo, naturalmente, comprende anche gli istituti scolastici, così come tutti i luoghi di cultura. Quasi a lanciare un messaggio: “Meglio imbavagliati ed incapaci di pensare con la propria testa”. Secondo uno studio dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), i bambini tra 3 e 5 anni faticano a capire le emozioni che si nascondono sotto le mascherine, ma questo evidentemente non è un problema del governo Draghi e di quello che lo ha preceduto, che hanno preferito sacrificare la vita sociale ed il percorso di sviluppo di un'intera generazione.
Vorremmo una classe politica in grado di risolvere le vere urgenze drammatiche del Paese, quali un’inflazione galoppante ed un caro bollette e vita che minacciano ogni giorno di più di affossare l'economia dell’Italia e degli italiani.
Ci ritroviamo invece i cosiddetti “migliori”, che hanno scelto di dare priorità a mascherine, cognomi, indottrinamento gender fluid e spese militari. Sembra, purtroppo, un mondo al contrario.
Mi torna alla mente il premio Nobel Luigi Pirandello: “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante mascherine e pochi volti”.
Paolo Radosta
Italexit con Paragone Saluzzo