"Il nuovo protagonismo dell’Italia in Europa è importante per difendere il Made in Italy agroalimentare dall’attacco di lobby e burocrazia che con tagli di risorse ed etichette allarmistiche colpiscono addirittura prodotti base della dieta mediterranea". E’ quanto afferma Coldiretti rispetto all’impegno, assunto in occasione del Consiglio nazionale, del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, a contrastare la diffusione di sistemi di etichettatura fuorvianti come il nutriscore. Quest’ultimo come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna indirizzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. “Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. La nostra regione conta 14 Dop, 9 Igp: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”, commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.
Il rischio è, altrimenti, di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
“Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate – proseguono Moncalvo e Rivarossa -. Si tratta peraltro di settori già duramente colpiti dall’emergenza Covid che ha messo in grave difficoltà la ristorazione dove le eccellenze piemontesi tra cui la carne, i salumi ed i vini di alta qualità trovavano lo sbocco principale. Occorre, dunque, fermare l’approccio superficiale al tema dell’alimentazione che sta prendendo piede in Europa sotto la spinta delle multinazionali che cercano di influenzare i consumatori anziché informarli”.