“Nulla è risolto perché dopo il 20 dicembre nulla è cambiato”: così, in sintesi, i segretari provinciali di Nidil Cgil Sophia Livingstone e Uiltemp Uil Erisildo Kurti, a pochi giorni di distanza dall’incontro con i vertici dello stabilimento Giovanni Rana di Moretta.
Dal rendez vous con l’azienda, tenutosi in Provincia mercoledì scorso alla presenza del presidente Luca Robaldo, i sindacati sono usciti con una serie di rivendicazioni, in testa alle quali figura l’assunzione dei precari “strutturali”, ovvero il personale in somministrazione da oltre quattro anni. “Anche se Rana dichiara che i contratti a termine sono il 20%, i precari rimangono il 66%” spiegano i sindacalisti: “Per precari intendiamo tutti i lavoratori che possono essere lasciati a casa senza motivo da Rana in qualunque momento ma che lavorano per lui anche da cinque anni. Tra l’altro oltre ai somministrati di Rana ci sono anche i lavoratori di due cooperative all’interno della fabbrica di Moretta”.
“L’incontro del 20 non ha cambiato nulla, non ha portato alcuna certezza” dicono i rappresentanti dei precari: “Nessun programma di assunzioni”. E nessuna risposta nemmeno sugli arretrati, l’organizzazione del lavoro e la sicurezza, aggiungono. Eppure la nota congiunta delle rsu Fai Cisl, Flai Cgil e Uila aveva lasciato spiragli: si era parlato di un incontro “utile per fare l’analisi dello stato d’applicazione di quanto previsto nell’accordo sindacale nazionale, soprattutto a fronte delle priorità concernenti i temi del salario e delle stabilizzazioni”.
Nel 2023, primo anno di vigenza del contratto integrativo, “sono stati mantenuti gli impegni previsti dall’accordo di gruppo di secondo livello con una stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori maggiore a quella prevista; risultato di un confronto tra le parti sociali”. Di qui l’indicazione di “proseguire quanto iniziato nel 2023 sul percorso di stabilizzazioni in Rana a Moretta”: “L’azienda si è impegnata ad andare oltre a quanto previsto dall’accordo con ulteriori stabilizzazioni; sono calendarizzati incontri a partire dai primi mesi del 2024 per confrontarsi in merito”.
Per Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil il 2024 “sarà un anno in cui si dovrà necessariamente proseguire con la contrattazione inclusiva, i buoni risultati ottenuti in corso del 2023 sono un punto di partenza, sarà decisivo agire in funzione del bene collettivo dando ulteriori risposte concrete e realizzabili a tutti i lavoratori e le lavoratrici, indipendentemente dalla tipologia contrattuale che li lega all’azienda Rana”.