Nel Saluzzese, dove è iniziato il conto alla rovescia per l’inizio delle raccolte della frutta, scendono in campo Forze dell’Ordine ed Esercito, uno schieramento senza precedenti che, pur finalizzato alla sicurezza sociale e sanitaria per vigilare sul rispetto delle norme anti-contagio, rischia di trasformarsi in uno “stato d’assedio” che potrebbe danneggiare l’immagine di una terra di imprenditori onesti. Lo afferma Coldiretti Cuneo nel sottolineare che i controlli sui migranti sulle strade saluzzesi hanno preso il via in un momento di particolare difficoltà per le aziende agricole, che stanno cercando la manodopera necessaria e procedendo alla stipula dei contratti.
“Siamo senz’altro favorevoli a controlli di natura sanitaria e sociale e ribadiamo la necessità di limitare l’arrivo di migranti che non abbiano già una concreta opportunità di lavoro: in quel caso sarebbe concreto il rischio di assembramenti nella ricerca di sistemazioni di fortuna. Siamo, inoltre, favorevoli ai controlli volti a contrastare il lavoro in nero, contro cui anche Coldiretti lavora in stretta sinergia con l’Osservatorio Agromafie per assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali ai braccianti. Tuttavia, è essenziale tenere a mente che quello saluzzese è un tessuto imprenditoriale sano, che resiste con tenacia e serietà alle già gravi problematiche del comparto frutticolo che si protraggono da ormai molti anni” dichiara il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo.
“In quest’annata anomala segnata dall’emergenza Covid-19, le sfide da fronteggiare sono la sicurezza sanitaria e una forma di caporalato che non conosce crisi: quella che colpisce direttamente i frutticoltori, vale a dire lo sfruttamento vergognoso da parte di chi riconosce loro dei prezzi insufficienti persino a coprire i costi di produzione, con liquidazioni ritardate a 200 o 300 giorni dalla raccolta. Per questo, crediamo sia importante non strumentalizzare il ruolo fondamentale delle aziende frutticole che, anche in un frangente tanto delicato come questo, offrono lavoro a migliaia di stagionali senza mai sottrarsi al tema dell’ospitalità”.
Infatti, il 70% dei braccianti extracomunitari – spiega Coldiretti Cuneo – trova sistemazione direttamente presso i produttori agricoli, che provvedono in autonomia a realizzare alloggi in cui ospitarli, con risorse proprie e senza alcun supporto dalle Istituzioni.
In più Coldiretti Cuneo, che dal 2013 allestisce due campi per rispondere ai bisogni alloggiativi dei braccianti extracomunitari in possesso di regolare contratto, ha messo a punto per quest’anno un progetto di sistemazione abitativa e integrazione compatibile con la situazione contingente di emergenza sanitaria, che prevede il posizionamento di strutture mobili in azienda per consentire la vicinanza dei braccianti al luogo di lavoro, riducendo notevolmente la pressione sociale e garantendo il rispetto delle regole di distanziamento sociale.