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Le problematiche che sono state esposte nell’incontro ci toccano: c’è un complesso normativo, frutto di una precisa impostazione ideologica, teso ad impedire una lineare integrazione delle persone straniere nel tessuto sociale ed economico”. E’ un passaggio delle riflessioni del sindaco di Saluzzo
Mauro Calderoni dopo l’incontro avvenuto in municipio stamattina, giovedì 18 giugno, con alcuni rappresentanti dei braccianti stagionali della frutta, che hanno organizzato una protesta
(che prosegue tutt’ora) per chiedere tutele lavorative e sistemazioni alloggiativi adeguate.
Al confronto, scrive Calderoni sulla sua pagina Facebook, erano presenti “la Prefettura, i rappresentanti di soli tre comuni sui 34 che rappresentano il territorio frutticolo della Granda, Coldiretti e Caritas”.
Saluzzo torna così al centro dell’attenzione mediatica, “non certo - sostiene il Sindaco - perché un piccolo comune sia l’interlocutore in grado di dare risposte esaustive ad una vicenda tanto complessa. La nostra città è piuttosto un simbolo e la nostra comunità, ampiamente intesa, non si è mai sottratta al confronto ed all’impegno, anche ben oltre le strette competenze”.
Calderoni respinge le accuse di razzismo rivolte alla città: “Siamo una comunità accogliente da sempre. Numerose e ben integrate sono le comunità nordafricane, albanese, rumena ed è in crescita da qualche quella centroafricana. Da anni, con un vero e proprio volontariato delle istituzioni, realizziamo con fatica anche se in modo non risolutivo, dei sistemi di accoglienza per aspiranti lavoratori senza dimora”.
Per affrontare la problematica della sistemazione degli stagionali, resa quest’anno ancora più complicata dall’emergenza sanitaria, servono però - secondo il primo cittadino saluzzese - soluzioni “dall’alto”: “Per uscire da questa logica emergenziale è urgente e necessaria una revisione delle norme che regolano il lavoro stagionale, specie in agricoltura. La Bossi-Fini è ormai anacronistica: persone che danno un contributo essenziale all’economia del Paese hanno bisogno di tutele e dignità. Qualche novità comincia a trapelare dalla normativa d’urgenza per l’emergenza Covid che inizia a definire un quadro di competenze, seppur abbozzato. Sullo sfondo rimane l’estrema precarietà del lavoro stagionale che non può prescindere da un sistema di collocamento nazionale e da un piano per l’ospitalità per queste forme contrattuali ultra-temporanee”.