“La nostra comunità oggi ha deciso di rendere un doveroso e sentito omaggio ad uno dei figli più illustri della nostra Saluzzo, Carlo Alberto dalla Chiesa che nacque in città il 27 settembre del 1920 e qui trascorse i primi anni della sua vita”: così il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni ha iniziato, questa mattina (27 settembre) la sua orazione ufficiale per l’inaugurazione del monumento dedicato al generale ucciso dalla mafia a Palermo il 3 settembre 1982, nel centenario della sua nascita.
“Lungi dal dimenticare la terra che lo vide bambino - ha proseguito Calderoni -, Carlo Alberto dalla Chiesa mantenne sempre vivo il legame con la sua città natale, che ancora ne conserva e tramanda orgogliosa la memoria. Oggi quel legame è tenuto vivo dell’amicizia e dall’affetto di cui ci onora il figlio Nando. La ‘sua’ Saluzzo non l’ha mai dimenticato - ha aggiunto il primo cittadino -. Per tramandare alle future generazioni i valori per cui ha vissuto e per cui ha lottato fino alla morte, la Città di Saluzzo ha deciso di dedicargli questo monumento. Non un monumento alla ‘sua memoria’, ma alla vita, alla sua vita, un monumento alla ‘nostra memoria’ piuttosto, affinché non dimentichiamo l’esempio di Carlo Alberto dalla Chiesa”.
Un progetto collettivo, un’opera corale e di impegno civile, nata dalla collaborazione dei sei artisti saluzzesi Alessia Clema, Franco Giletta, Ugo Giletta, Lorenzo Griotti, Guido Palmero e Anna Panacci Valla, illustrata dal palco dalla professoressa Carla Bianco. Un impegno perenne, conclude Calderoni “a fare la nostra parte nella costruzione di una società più giusta e democratica, come hanno scritto gli amici del Presidio Libera di Saluzzo. Come comunità saluzzese avremo modo di fare memoria degli insegnamenti di dalla Chiesa e, nel limite delle capacità di ognuno, applicarli poiché come diceva il generale ‘se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti’”.
Alla cerimonia è intervenuto il ministro della Difesa Lorenzo Guerrini: “Siamo qui per fare memoria della nascita di un uomo dello Stato, di un uomo che ha sacrificato la sua vita per le istituzioni, di un carabiniere che ha onorato la sua divisa. Siamo qui per tenere vivo il suo esempio e tramandarlo nel tempo. Nel corso della sua vita militare il generale dalla Chiesa dimostrò tantissime virtù, ma ciò che lo rese unico fu probabilmente la sua innata capacità di aggiungere al rigore della divisa, l’intelligenza dell’intuito, e l’innovazione investigativa. Ricordare Carlo Alberto dalla Chiesa non significa soltanto tributare il giusto onore a un luminoso esempio di competenza professionale e dedizione al servizio, ma anche e soprattutto, rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità può essere davvero incisiva solo se si uniscono le migliori forze di tutto il Paese”. L’esponente del governo ha concluso dicendosi “certo che il ricordo del generale dalla Chiesa e dei tanti caduti lungo la strada del dovere continuerà a camminare sulle gambe di tutti i servitori dello Stato, di tutte le donne e gli uomini onesti che amano il loro Paese ed ogni giorno rischiano la loro vita per difenderlo”.
“I monumenti come questo - ha detto il vicepresidente della Provincia Flavio Manavella - servono a fornire riferimenti per educare le nuove generazioni, per essere strumenti di memoria collettiva”. Sul palco anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che ha aperto il suo intervento con un ringraziamento a tutti i carabinieri: “Trovo questo monumento bellissimo - ha aggiunto -: non ho competenze artistiche per giudicare, ma è un monumento vivo, non dedicato ad una persona che non c’è più, ma ad una figura che c’è ancora. Gli artisti ci aiutano a capire che quando parliamo di grandi eroi, loro esistono ancora”.
Per l’Arma è intervenuto il comandate generale dei carabinieri, generale Giovanni Sistri: “Voglio parlare di Carlo Alberto dalla Chiesa attraverso il suo essere carabiniere e la sua ‘carabinierità’. Questa, intesa come rispetto. Il saluzzese dalla Chiesa è un cittadino di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi”. La conclusione della mattinata di celebrazioni è stata affidata al professor Nando dalla Chiesa, figlio del generale saluzzese: “Quando mi si chiede oggi cosa si può fare contro la mafia, bisogna far sì che la propria firma sia sempre credibile, come faceva mio padre nei vari rapporti che scriveva e che mandava alla Commissione parlamentare antimafia, mai certificare il falso, qualcosa che non è”.
Al termine della cerimonia c’è stato l’annullo del francobollo, in distribuzione da oggi, che raffigura il generale dalla Chiesa di fronte all’Antico palazzo comunale di Saluzzo, uno dei palazzi simbolo del borgo medievale.