FRASSINO - Valle Varaita, passa l’abolizione del limite di mandati per il presidente dell’Unione Montana

Solo due contrari, l’“irriducibile” vicesindaco di Brossasco e il delegato delle minoranze della bassa valle. Dovetta incassa la fiducia: “Non è questione di potere”

Redazione 14/02/2025 18:50

Una votazione ad amplissima maggioranza, con tredici voti a favore e soltanto due contrari, in poco meno di mezz’ora di riunione di consiglio. L’Unione Montana Valle Varaita, ritrovatasi mercoledì scorso nella sede dell’ente a Frassino, ha “liquidato” così la questione della modifica dello statuto che abolisce il limite di due mandati consecutivi per il presidente.
 
La richiesta di convocare l’organo consiliare era stata avanzata dai rappresentanti dei Comuni di Pontechianale, Bellino, Rossana, Piasco, Costigliole Saluzzo, Verzuolo, Melle, Isasca e da quello delle minoranze dell’alta valle, a seguito della presentazione del ricorso straordinario al presidente della Repubblica avanzato dal sindaco di Brossasco Paolo Amorisco e dal suo vice Patrick Ribodetti, rappresentante in Unione dello stesso Comune.
 
“Il consiglio ha preso atto del ricorso presentato, - spiegano i vertici dell’Unione Montana - ma ha ribadito come quanto deliberato in precedenza avesse caratteri di piena legittimità, riferendosi in particolare ed esplicitamente alla contestata convocazione dell’organo consiliare dello scorso settembre, effettuata dal commissario: un atto, è stato sottolineato, pienamente compatibile con i poteri attribuiti a quella figura”. La giunta dell’Unione Montana Valle Varaita si è riservata la facoltà di presentare opposizione al ricorso straordinario: “L’ente si è già rivolto al proprio legale per le opportune analisi del caso, per avere pronte le proprie controdeduzioni da presentare nei tempi e nelle sedi opportune”.
 
“Non è dato sapere come si concluderà questa vicenda, - commentano i rappresentanti della maggioranza - lo si vedrà quando il ricorso sarà stato esaminato e dipenderà dagli organi competenti, ma comunque vada sarà una sconfitta per tutti, perché fino ad allora sarà stato necessario dedicare tempo e risorse che sarebbe stato più produttivo dedicare a questioni più concrete per il bene della valle”.
 
Una “stoccata” ai due irriducibili, ovvero il delegato di Brossasco e il rappresentante delle minoranze della bassa valle Valentino Inaudi, unici ad opporsi: “Si ricorda inoltre - aggiungono i sostenitori della modifica - che lo statuto non è stato modificato con l’intento primario di eliminare il limite dei mandati del presidente, come è stato invece sostenuto da alcune parti, ma anche per accogliere in Unione il Comune di Casteldelfino - un evento che ha finalmente ricomposto in seno all’ente tutto il territorio della valle e che rappresenta un traguardo importante per rilanciare tematiche di buona governance dei territori montani, anche in termini di democrazia e di rappresentanza - e per adeguare alcuni articoli alla normativa regionale e nazionale vigente”.
 
Il gruppo di maggioranza del Consiglio dell’Unione, composto da 12 membri su 15 (il presidente Silvano Dovetta, il vicepresidente Roberto Dadone, gli assessori Valter Giovanni Borgna, Nicola Alessandro Carrino e Mattia Domenico Quaglia, i consiglieri Andreino Allasina, Manuele Barbero, Giovanni Fina, Marco Fina, Elena Vincenti, Giovanni Menzio e Dante Rigoni) ha ribadito la convinzione che l’iter seguito si sia svolto nel segno della piena legittimità: “La modifica è stata approvata seguendo tutte le procedure previste, con il parere positivo del segretario dell’Unione, senza il quale non si sarebbe proceduto, e il sostegno dell’interpretazione di altri segretari comunali. Vale la pena ricordare che le Unioni Montane, in quanto associazioni di Comuni, hanno una natura giuridica diversa dai Comuni stessi. Del resto, un’analisi degli statuti di tutte le Unioni Montane della provincia di Cuneo ha evidenziato come la nostra fosse l’unica a prevedere il limite dei due mandati per la presidenza, un tema quindi ritenuto di poca rilevanza dalle valli vicine e che dunque non riteniamo possa generare i non meglio precisati pericoli per la democrazia che sono stati evocati”.
 
Il risultato è una prova di forza dell’attuale presidente, il sindaco di Venasca Silvano Dovetta, che confida: “Avevo manifestato ai sindaci la mia disponibilità a fare un passo indietro, anzi anche due o tre passi indietro se qualcun altro avesse voluto assumere la presidenza: è stata proprio un’ampia maggioranza dei primi cittadini della valle a chiedermi di proseguire, vista l’esperienza maturata. Mi preme sottolineare che questo incarico comporta un notevole dispendio di energie che non si traduce in un tornaconto economico: il mio compenso, come peraltro quello di tutti gli altri membri del consiglio, è pari a zero euro. Non si tratta di una questione di potere, ma di servizio al territorio e la mia presidenza è da sempre svolta in modo collegiale, con decisioni che vengono prese insieme alla giunta e all’ampio gruppo di maggioranza che comprende quasi tutti i consiglieri, nell’esclusivo interesse della valle”.
 
“È legittimo che ci sia una minoranza e che ci siano opinioni diverse anche nel consiglio dell’Unione” aggiunge il sindaco e consigliere provinciale, sottolineando che “è questa la vera democrazia e non voglio commentare le singolari opinioni che hanno altre persone su questo concetto”. Una critica arriva anche alla stampa, salvo l’elogio per i corrispondenti del territorio presenti: “Leggere su alcuni giornali ricostruzioni talvolta parziali, talvolta inesatte o talvolta fantasiose mi rammarica, perché mi pare che ci si allontani da quanto è realmente accaduto per ragioni che non comprendo, o meglio che preferisco far finta di non comprendere”.

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