Interviene anche Antonio Lampis, ex direttore generale dei musei del Ministero della Cultura, nella vicenda che ha visto processata - e assolta - la funzionaria Ilaria Ivaldi, l’ex direttrice del Polo Museale del Piemonte accusata di violazioni relative alla salubrità e alla sicurezza sul lavoro nel castello di Racconigi.
Lampis era stato
chiamato in causa in particolare dal legale della Ivaldi, l’avvocato Fabio Ghiberti, che nella sua arringa ha deplorato le
“molte anomalie dell’inchiesta” avviata dopo un esposto anonimo nell’estate 2019 e due sopralluoghi dell’Asl. Gli ispettori, ha sostenuto il legale, individuarono il datore di lavoro in base ad indicazioni fornite dall’allora direttore del castello, l’architetto Riccardo Vitale:
“La stranezza - ha affermato l’avvocato della Ivaldi -
è che non si sia indirizzata la richiesta al ministero ma al direttore generale dei musei Antonio Lampis, un amico personale di Vitale”.
In un messaggio alla nostra redazione, Lampis ha tenuto a chiarire che l’affermazione è “falsa, evidentemente frutto di supposizioni erronee”: “Io ho tre soli amici qui a Bolzano” aggiunge ironicamente il dirigente culturale, originario appunto della città altoatesina, dove è direttore del Dipartimento Cultura italiana, Ambiente ed Energia della Provincia autonoma e vicepresidente della Libera Università di Bolzano.