CARAMAGNA PIEMONTE - Cruciani contro tutti: “Basta femminismo e Lgbt, in Europa serve la rivoluzione di Trump”

Il vulcanico conduttore della Zanzara porta la sua “Via Crux” al Lago dei Salici di Caramagna: “Se vi arriva una mail con l’asterisco, buttatela nel cesso”

Andrea Cascioli-Piero Coletta 16/03/2025 11:55

Femminismo, agenda Lgbt, droga libera, prostituzione e anche il nuovo codice della strada. Giuseppe Cruciani ne ha per tutti e non fa sconti a nessuno, neanche a una destra a cui lo accomunano i toni e le opinioni, ma solo su certi temi: “Me ne fotto di quello che pensa il centrodestra sulle droghe, penso che la loro posizione sia contraria a quella di tantissimi loro elettori”. Per esempio.
 
Nella serata organizzata al ristorante Lago dei Salici di Caramagna Piemonte, che con il suo “capitano” Giovanni Riggio festeggia trent’anni di attività, ci sono comunque diversi esponenti “di peso” del centrodestra locale. L’ex consigliere regionale Matteo Gagliasso e il sindaco di Genola Flavio Gastaldi, leghisti della nuova leva, si fotografano sorridenti in compagnia dell’illustre ospite e del Canepardo, il fantomatico incrocio tra cane e leopardo ammirato dai fan de La Zanzara di Radio 24. C’è anche l’ex senatore forzista Marco Perosino, che interviene a fine serata. Il produttore vinicolo Teo Costa lancia un allarme sul nuovo codice della strada: “La diminuzione dei consumi di vino nella ristorazione è stata del 30/40% nei primi due mesi. È impressionante, ma nessuno ne parla”.
 
Cruciani coglie la palla al balzo e rimbrotta Salvini: “L’obiettivo degli zero morti sulle strade è un obiettivo che non mi auguro”. O meglio: “Se dovessi scegliere un modello in cui ci sono zero morti e zero consumo di alcolici, sceglierei il modello con gli alcolici e i morti”. Il personaggio è così: tagliente, controverso, senza mezze misure. O si ama o si odia. Maurizio Scandurra, giornalista e conduttore della serata, lo accompagna nel viaggio lungo la “Via Crux”, provocatorio titolo dello spettacolo teatrale di Cruciani che ora è anche un libro: “La blasfemia non è casuale: perché io penso di essere nella vostra testa quando volete dire quello che pensate, ma non potete dirlo perché correte il rischio di essere licenziati”. C’è una “resurrezione” in fondo alla “Via Crux”? “La resurrezione è stata un po’ Trump, anche se la rivoluzione di Trump, la libertà di parola, deve ancora arrivare in Europa”.
 
La parola “woke” non echeggia neanche una volta, eppure è quello il bersaglio polemico: “Il mondo ormai è fatto di tante convenzioni e se uno fa una battuta sul posto di lavoro corre il rischio di essere processato per mobbing o per sessismo”. Il femminismo? “Si interessa a cose ridicole e a battaglie assurde come quella contro il patriarcato che da noi non esiste. Ci siamo rotti i c… di sentire questa parola in tutte le trasmissioni da un anno e mezzo”. Non mancano gli esempi pratici: come la minaccia di alcuni sponsor di ritirare il contributo a “La Ripartenza” di Nicola Porro, perché nel panel della manifestazione non c’erano donne. “Quando è scoppiato il casino, soprattutto sui social ad opera dei soliti quattro st…, Porro ha recuperato due professioniste” sintetizza Cruciani: “La verità - aggiunge - è che la storia delle quote rosa ha rotto il c… alle donne stesse, che vorrebbero essere apprezzate non come donne ma per quello che fanno nella società”.
 
Dal femminismo alle rivendicazioni Lgbt il passo è breve: “Io sono a favore del matrimonio omosessuale e anche dell’adozione omosessuale, però non mi devono rompere i c… quando qualcuno non la pensa come loro: mettere in fronte il timbro di ‘omofobo’ è intollerabile. Se penso che l’unica famiglia sia quella tra uomo e donna non devo essere chiamato omofobo. Invece oggi o segui l’agenda delle associazioni Lgbt oppure sei omofobo: è l’intolleranza del mondo Lgbt il vero pericolo”. Qui l’esempio - negativo - viene dall’università Bocconi: “Ha punito degli studenti perché si sono permessi di fare qualche commento, prendendo in giro l’istituzione del terzo bagno ‘gender neutral’. Ovviamente, se avessero scritto Meloni torna nella fogna’, al massimo sarebbero stati eletti al consiglio degli studenti. Non ogni desiderio può diventare diritto, se accettiamo che qualsiasi disagio debba essere protetto non distinguiamo più quelli veri da quelli finti”.
 
La questione del linguaggio è centrale, spiega: “Anche se non ce ne accorgiamo. Io lavoro in un’azienda e ricevo le mail con l’asterisco finale. Serve come lavaggio del cervello, ci vogliono convincere che il plurale maschile sia una discriminazione verso le donne e che tutto è fluido. Questa è la vera battaglia che ancora bisogna combattere, all’interno del mondo del sapere bisogna prendere la mail con l’asterisco e buttarla nel cesso come faccio io. Affrontare chi vuole stuprare la lingua italiana in nome di un mondo indistinto”.
 
Fin qui, appunto, il Cruciani libertario “di destra”. Quello “di sinistra” si manifesta quando parla di case chiuse (“Salvini si è messo ad agitare crocifissi e invocare la Madonna e si è dimenticato la vecchia battaglia in favore dei puttanieri”) o di droga: “Io penso che la legalizzazione sia impossibile, cioè che lo Stato competa col fumo buono e la cocaina buona. Sono a favore della liberalizzazione e lo dico senza aver mai fatto uso di droghe”. Un riferimento al caso della Gintoneria di David Lacerenza e Stefania Nobile, dove lo stesso Cruciani è stato chiamato in causa come frequentatore occasionale del locale, è inevitabile: “Per un Lacerenza che viene arrestato ce ne saranno altri cento o duecento che fanno la stessa cosa. La gente consuma cocaina perché, drammaticamente, la droga è buona. Poi, dopo, subentrano le dipendenze. Ma battersi contro la circolazione della droga che piace a chi la consuma è una battaglia inutile”. Applausi, sipario.

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