I media hanno dato ampio risalto a quanto accaduto a Racconigi qualche giorno fa, ora a stigmatizzare l’episodio è anche la CGIL cuneese: “Durante una festa cittadina gli animatori di una radio locale hanno distribuito adesivi sessisti ai giovani presenti, tra cui molti minorenni. La festa patrocinata dal Comune ha fatto il giro dei social. Giovani ragazze immortalate con frasi volgari e sessualmente ammiccanti. Colpisce ancora una volta l’ignorante disinvoltura con cui hanno agito gli animatori della radio senza che vi sia stato l’intervento di qualche responsabile organizzativo della festa”.
Laura Vaschetto, responsabile delle politiche di genere della CGIL Cuneo, cosa pensa di quanto accaduto?
“Sono prima di tutto indignata e disgustata. Abbiamo vissuto un’estate che ha registrato nuove violenze nei confronti di giovani donne stuprate e umiliate da ragazzi ignoranti. In un contesto del genere i fatti di Racconigi assumono un carattere ancor più grave. Il triste ripetersi di casi di femminicidio, una cultura patriarcale fortemente radicata, un linguaggio triviale spesso venduto come goliardico e folkloristico, sono tutti indicatori di una decisa regressione in atto in Italia. Stiamo facendo pericolosi passi indietro in merito alla condizione della donna. E come spesso accade, partendo dalle donne, stiamo arretrando complessivamente sul terreno dei diritti delle persone”.
Di chi sono le responsabilità?
“Nel caso specifico, senza aver potuto approfondire i fatti, viene da dire che la presenza di ragazze e ragazzi minorenni avrebbe comportato una maggiore attenzione da parte degli organizzatori. Ovviamente il Comune non può chiamarsi fuori. Quando si amministra un paese, una città, si è sempre responsabili di quel che accade nel proprio territorio”.
Come si contrastano questi fenomeni dilaganti?
“Bisogna ripartire dalla cultura e dall’educazione al rispetto per gli altri. E in questo caso ci dobbiamo sentire tutti responsabili: le famiglie, le istituzioni, la politica, le organizzazioni sociali come la nostra. Il tema delle politiche di genere è centrale nella crescita democratica della nostra società. L’episodio di Racconigi, molto vicino a noi, ci dice di quanto il problema sia esteso e radicato all’interno delle nostre comunità. La mercificazione mediatica dei corpi delle donne e il cadere di ogni senso del limite nell’uso delle parole stanno facendo disastri sulle nuove generazioni alimentando il terreno delle discriminazioni e delle violenze verbali e fisiche”.
Cosa avete intenzione di fare come sindacato?
“Prima di tutto continueremo a formare i nostri quadri sindacali sul tema delle politiche di genere affinché cresca la loro sensibilità e la loro consapevolezza e tutto ciò favorisca la pratica di una contrattazione aziendale, sociale e territoriale sempre più orientata ai diritti e al rispetto della dignità della persona. Nello specifico di quel che è accaduto a Racconigi, chiediamo all’amministrazione comunale di non sottovalutare i fatti e di non limitarsi alle classiche frasi di circostanza. Nel corso degli incontri di contrattazione sociale che avremo con l’amministrazione proporremo di lanciare una campagna formativa e informativa nelle scuole cittadine e nei locali commerciali sui diritti delle donne e sul rispetto di tutti i generi. Basta violenza verbale! Le parole sono importanti. Ripartiamo da questo brutto episodio per fare cultura. Un’ultima cosa: ci attendiamo provvedimenti anche da parte della radio. Non sappiamo chi sia a curare la linea editoriale ma quanto è accaduto impone una profonda correzione di rotta”.