RACCONIGI - Racconigi, la festa di Borgo Macra dà scandalo. Il Comune si dissocia dagli adesivi “indecorosi”

Frasi volgari a sfondo sessuale sugli stampini distribuiti anche alle minorenni: “Una pessima ma autonoma iniziativa di chi aveva la responsabilità dell’animazione”

Redazione 02/09/2023 12:20

L’atmosfera era quella di una sagra di paese, ma anche volendo concedere alla goliardia le sue libertà resta l’indignazione di molti, genitori e non, per il tenore delle scritte sugli adesivi distribuiti durante la festa di Borgo Macra, a Racconigi. Espressioni come “ingoio tutto”, “lo voglio duro”, “pornodiva” e l’immancabile “escile” preso dal gergo dei social, insieme ad altre analoghe, hanno fatto scoppiare un caso attorno ai tradizionali festeggiamenti del quartiere.
 
La lettera della madre di una ragazza minorenne, presente alla festa di venerdì 25 agosto, palesava la preoccupazione di diverse giovanissime rispetto all’eventualità che le foto scattate in quell’occasione venissero diffuse in rete. Come peraltro è accaduto, ad opera dell’emittente radiofonica - Radio Gran Paradiso - che curava l’animazione dell’evento e che ha prodotto e distribuito gli adesivi. A stretto giro, l’amministrazione comunale di Racconigi ha preso le distanze “nel modo più totale e assoluto” dagli adesivi riportanti parole ed epiteti di pessimo gusto.
 
“Relativamente al patrocinio ed al piccolo contributo - precisano gli amministratori - concesso dal comune di Racconigi, come ogni anno, al comitato organizzatore la festa del Borgo Macra, si precisa che nessuna bozza di questi adesivi è stata mai preventivamente condivisa dal comitato con gli uffici comunali né con qualsiasi amministratore”. Contattato immediatamente in queste ore per chiedere conto di quanto avvenuto, anche il comitato organizzatore assicura come non fosse in alcun modo a conoscenza degli adesivi, “stampati e portati alla festa in modo del tutto autonomo dalla radio locale alla quale era stata affidata l’animazione della serata”.
 
Alcuni amministratori, fra i quali il sindaco Valerio Oderda, il vice sindaco Alessandro Tribaudino e vari consiglieri, ammettono di essere passati alla festa anche il venerdì sera: “Ma la maggior parte degli amministratori è rimasta all’esterno della tensostruttura ed è andata via dopo pochissimo tempo, e nessuno di loro ha comunque partecipato in modo attivo e continuo alla serata danzante, senza dunque potersi accorgere degli adesivi che sarebbero stati distribuiti ai ragazzi nelle ultime fasi della festa”. Lo stesso vice sindaco Tribaudino, giunto in tarda serata alla festa, così commenta quanto accaduto, parlando anche a nome del primo cittadino Valerio Oderda in questi giorni irraggiungibile per motivi personali: “Nessuno di noi sapeva in precedenza, né si è accorto durante la serata, di questi adesivi a dir poco indecorosi, che sappiamo ora esser stati distribuiti verso la fine dell'evento: in caso contrario saremmo immediatamente intervenuti per fermare la festa. È stata una pessima, ma del tutto autonoma, iniziativa di chi aveva la responsabilità dell’animazione, una radio locale. Auspichiamo che in futuro anche i comitati organizzatori pongano maggior cura nella scelta dei collaboratori per le loro feste, ma sia ben chiaro che non accettiamo oggi, e non accetteremo mai, l’idea che i nostri giovani si divertano con atteggiamenti che inneggiano alla violenza o a comportamenti sessisti. Siamo comunque certi che questo singolo episodio non sia rappresentativo dei nostri giovani racconigesi, che sappiamo invece essere ragazzi in gamba e molti di loro impegnati in svariate azioni di volontariato e di solidarietà”.
 
Nei mesi scorsi il rettore del santuario reale Madonna delle Grazie di Borgo Macra, monsignor Gian Franco Troya, aveva informato della volontà condivisa con la curia di Torino di non finanziare più in alcun modo la festa: “Si è evidenziata in maniera tangibile - scriveva in quell’occasione il sacerdote - la mancanza di attaccamento al Santuario e alla festa religiosa da parte della quasi totalità dei componenti, fondamentale affinché la festa popolare possa essere riconducibile alla festa civile cittadina”.

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