Si è da pochi giorni conclusa l’attività congiunta, condotta per due mesi dagli Ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Cuneo, Carabinieri del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cuneo ed agenti del Corpo Forestale dello Stato di Cuneo, avviata lo scorso 5 settembre, volta a prevenire e contrastare con maggiore efficacia fenomeni quali il caporalato ed il lavoro nero tra le vigne di Langhe e Roero, in concomitanza della vendemmia 2016.
Si tratta infatti dell’applicazione, per la prima volta in provincia di Cuneo, di un Protocollo d’Intesa, firmato nei mesi scorsi tra i Ministeri della Difesa, del Lavoro e quello delle Politiche Agricole, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato, che ha dato vita ad apposite task force in varie province italiane per contrastare fenomeni illegali di sfruttamento della manodopera in agricoltura.
Nei controlli, svolti congiuntamente dal dispositivo interforze ad hoc costituito e che hanno riguardato campi ove era in corso la vendemmia ma anche cantine ed aziende vitivinicole, sono stati impegnati complessivamente 128 carabinieri delle Compagnie di Alba, Bra e Fossano, 28 agenti del Corpo Forestale, 12 Ispettori del lavoro (8 ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Cuneo e 4 ispettori distaccati dalle Direzioni Territoriali del Lavoro di Rovigo e Novara-Verbania) e 2 carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cuneo. E' stato così denunciato un 30enne pregiudicato macedone abitante nelle Langhe per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravata (caporalato). Si tratta del reato di cui all’art. 603 Bis del Codice Penale, introdotto nel nostro ordinamento penale dal D.L. n. 138 del 2011, con cui viene punito da cinque ad otto anni di reclusione il caporale, colui che organizza l’intermediazione di manodopera approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori stessi, retribuendoli in modo difforme dai contratti nazionali.
Dalle indagini è emerso che il macedone indagato per caporalato (primo caso accertato in provincia di Cuneo durante la vendemmia) fungeva da organizzatore dell’intermediazione della manodopera straniera, a cui procacciava la precaria sistemazione alloggiativa ed il lavoro in condizioni di sfruttamento. Ai braccianti tratteneva illecitamente soldi sia per l’alloggio che per ogni ora di lavoro svolta. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Alba e della Stazione di Neive, in collaborazione con la Forestale ed i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cuneo, sono in corso per capire l’esatta portata del fenomeno venuto alla luce.
I numeri dell'operazione. 104 aziende ispezionate di cui 47 irregolari (45,2%); 450 posizioni lavorative verificate, 96 lavoratori irregolari (21%) e 31 lavoratori “in nero” (33%), di cui 11 extracomunitari e 2 clandestini; 47 verbali redatti per illeciti amministrativi e penali per un importo sanzionatorio complessivo di 144 mila euro; 4 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale emessi.