Nelle prime ore della mattinata di oggi, martedì 2 febbraio, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cuneo e Asti, congiuntamente a quelli della Compagnia di Cles (in provincia di Trento), hanno arrestato ad Alba cinque persone di origine sinti sospettate del delitto di associazione a delinquere finalizzata al furto. A emettere le misure cautelari è stato il Gip di Trento, su richiesta della locale Procura.
Il quintetto, come detto, è indiziato del delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di 27 reati predatori (1 rapina e 26 furti in abitazione) soprattutto in danno di anziani, perpetrati tra le province di Trento e Brescia, da aprile 2019 a gennaio 2020.
I provvedimenti cautelari, eseguiti stamane, concludono una articolata indagine condotta dai carabinieri trentini, denominata “Revenge”, che ha consentito di documentare l’attività dell’associazione criminale dedita ai reati contro il patrimonio, i cui membri nel corso di vere e proprie trasferte criminali, hanno messo a segno numerosi colpi in Trentino.
Gli obiettivi erano principalmente ville isolate della Val di Non. In totale 26 colpi in Provincia di Trento e un ulteriore furto in un’abitazione di Puegnago del Garda (Brescia). L’operazione ha preso le mosse dall’analisi di alcuni furti, condotti contro le residenze di anziani, in cinque occasioni, infatti, gli arrestati avevano depredato le abitazioni di ultrasessantenni, dopo averli raggirati, fingendosi dipendenti dell’acquedotto.
Lo stratagemma consisteva nel bussare alla loro porta, per presentarsi quale tecnico della società erogatrice e segnalare la presenza di mercurio o altri inquinanti nell’acqua, che avrebbero certamente intaccato gioielli, denaro e documenti presenti in casa. Contemporaneamente veniva suggerito alle vittime che sarebbe bastato collocare questi beni nel frigorifero, per preservarli da qualsiasi rischio, dopodiché un complice, approfittando della distrazione dei proprietari, si impossessava del bottino, allontanandosi. Non è accaduto questo però il 19 giugno del 2019 a Cavedine, in val del Vent: quando due della banda si sono introdotti nell’abitazione di una coppia di anziani coniugi e dopo aver immobilizzato le vittime minacciandole con una pistola, le hanno rapinate di denaro e gioielli per circa 100 mila euro. Il gruppo criminale, quando non trovava persone in casa, forzati gli infissi, entrava per cercare la cassaforte e, individuata, la apriva con il flessibile.
Le indagini dei Carabinieri sono risalite alle identità dei colpevoli grazie all’analisi dei siti internet dediti alla vendita di autovetture di grossa cilindrata - identiche a quelle con targhe contraffatte utilizzate per questi reati - e tramite il raffronto di annunci e estrapolazioni dai sistemi pubblici di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a individuare il gruppo piemontese, di origini sinti, gravitante su Alba e Asti, che aveva rapporti con il proprietario dell’auto riconosciuta.
La presenza di personaggi legati al mondo dei furti, tra cui un Sorvegliato Speciale di Pubblica Sicurezza, ha consentito quindi di avviare i successivi servizi di osservazione e pedinamento, con il supporto di attività tecniche e intercettazioni, che hanno condotto a raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza a loro carico. Nel corso delle trasferte i criminali utilizzavano sistemi ricetrasmittenti per comunicare e captare le trasmissioni delle forze dell’ordine, celando arnesi e refurtiva in appositi vani delle autovetture. I proventi dell’attività delittuosa sinora accertati ammontano a circa 185 mila euro.