I fatti sono avvenuti nella centrale via Garibaldi, la strada principale dell’abitato. Da quanto emerge dalle prime ricostruzioni tre uomini sono entrati nel negozio fingendosi interessati all’acquisto di preziosi, ma quando la moglie e la figlia del titolare Mario Roggero, che in quel momento si trovava nel retrobottega, hanno mostrato loro le teche dei gioielli, questi hanno palesato le loro intenzioni, minacciando le due donne.
Roggero, che si trovava in un’altra stanza, sarebbe sopraggiunto nei locali aperti al pubblico in un secondo momento e, temendo per la sua vita e quella della sua famiglia, avrebbe aperto il fuoco. La ricostruzione di questi momenti è ancora frammentaria e al vaglio degli inquirenti.
Quel che è certo è che i banditi hanno cercato di scappare, ma due di loro hanno percorso solo pochi metri. Il primo si è accasciato appena fuori dal negozio, mentre pochi metri più avanti è crollato il secondo. Contemporaneamente un terzo è riuscito a scappare a bordo di un’auto parcheggiata nei pressi del negozio, benché la sua fuga abbia avuto una breve durata.
All’arrivo dei soccorsi entrambi i malviventi erano già morti, per loro non c’è stato nulla da fare. Le forze dell’ordine sono al lavoro per l’identificazione dei cadaveri e del fermato, che secondo quanto testimoniato da alcuni residenti, si trovavano in paese già nel pomeriggio.
Al momento nei confronti del gioielliere non è stata mossa alcuna contestazione, ma Roggero rischia un’accusa per eccesso colposo di legittima difesa. Il negozio aveva subito altre due rapine negli ultimi sei anni: nel 2015 l'orefice era stato picchiato mentre la figlia e la moglie erano state legate nel retro del negozio.