Scorrono in aula, in una sequenza muta, le immagini della rapina alla gioielleria Roggero di Grinzane Cavour. Attimi tremendi, gli ultimi istanti di vita di due dei tre rapinatori che il 28 aprile dello scorso anno, nel centro della frazione Gallo, vengono rincorsi e freddati dal titolare del negozio che avevano derubato.
Il filmato delle telecamere interne ed esterne della gioielleria ha aperto l’istruttoria a carico di Mario Roggero, 67 anni, imputato davanti alla Corte d’Assise di Asti. Si vede entrare prima Andrea Spinelli, con la mascherina in volto e una cuffia. Si finge un cliente e si fa mostrare il campionario dalla figlia di Roggero, Laura, presente nel negozio insieme alla madre. Poco dopo entra Giuseppe Mazzarino che si dirige deciso verso l’altra donna: anche lui ha una cuffia e la mascherina, impugna un coltello e oltrepassa il bancone. Sono le ore 17,38, nel frattempo Spinelli ha tirato fuori da una tasca una pistola e minaccia la commessa: l’arma è un giocattolo, ma lei non se ne accorge. Fuori, a bordo di una Fiesta bianca presa in prestito da un’amica, li aspetta un terzo complice, l’autista Alessandro Modica. È l’unico che si salverà.
I rapinatori costringono le due donne a seguirli nel retrobottega. Si vede Spinelli legare le braccia della più giovane dietro la schiena con le fascette. Laura Roggero riappare qualche secondo dopo, cerca disperatamente di premere con un piede i pulsanti dell’allarme collocati sotto ciascuno dei due banconi, mentre fissa il locale a fianco perché teme di essere sorpresa dai rapinatori. Quando Mazzarino e Spinelli ricompaiono sono le 17,40: con loro c’è Mario Roggero, che gli fa segno di uscire e viene riportato nel retrobottega. Trentaquattro secondi dopo le 17,41 i malviventi fuggono dall’uscita laterale della gioielleria e si dirigono verso l’auto. Due di loro sono già rientrati, quando Roggero arriva con la pistola che ha preso da sotto il bancone, pochi istanti prima. Fa fuoco una prima volta: lo specchietto retrovisore e il finestrino del guidatore vanno in pezzi. Modica, ferito a una gamba, ingrana la retromarcia ma si ferma subito dopo.
Tutti e tre i banditi a quel punto si danno alla fuga a piedi. Roggero li colpisce in sequenza, scaricando i cinque proiettili finché l’arma scatta a vuoto. Mazzarino si accascia dietro la macchina, Spinelli viene inseguito su via Garibaldi, mentre passano le auto. Già ferito a morte, crolla su un marciapiede e viene colpito dal gioielliere con diversi calci alla testa: è la sequenza più cruenta, durante la quale Roggero sembra urlare qualcosa al ferito che in un estremo barlume di vita riesce a rialzarsi e ingaggia una colluttazione. Più che altro sembra un tentativo di tenere a distanza l’altro uomo, ma non dura più di dieci secondi. Il tempo che impiega per cadere dissanguato al centro della strada. Roggero, intanto, è ritornato nel parcheggio dove la moglie e la figlia lo osservano dalla porta del negozio. Laura urla qualcosa, la madre la riporta dentro. È passato un minuto esatto dall’inizio dell’inseguimento e della sparatoria.
La difesa ha già depositato diverse perizie psichiatriche e punterà a spiegare l’accaduto ricordando che l’imputato aveva subito una violenta rapina nel 2015, venendo anche pestato a sangue. Ma c’è un altro episodio del passato che è invece la Procura a chiamare in causa. Una vicenda del 2005, quando Roggero aveva minacciato con la pistola l’ex fidanzato di una delle figlie e i genitori di lui. Per quel reato aveva patteggiato una condanna a due mesi, ma secondo il pubblico ministero rappresenta un elemento utile a ricostruire la personalità di chi oggi è chiamato a rispondere di due omicidi volontari.