Nella giornata odierna anche l’ultimo cittadino straniero destinatario di una delle misure cautelari eseguite nel mese di ottobre scorso - e sfuggito alla precedente operazione “Quiete” - è stato tratto in arresto.
Il latitante A.V.G., classe 1992, nato in Romania ed anagraficamente residente in provincia di Pavia, era ricercato su mandato di arresto europeo (Mae), essendo uno dei componenti della banda che aveva commesso una serie di furti e rapine ai danni di case di riposo nelle province di Asti, Alessandria, Cuneo e Pavia nel periodo intercorrente tra l’ottobre 2018 e l’aprile 2019.
L’indagine, all’epoca, traeva origine da un episodio occorso a Canelli nell’ottobre 2018 allorquando era stato denunciato il furto di preziosi e denaro conservati all’interno della cassaforte di una casa di riposo. In novembre la banda aveva colpito con le stesse modalità a Rodello, presso la casa di riposo La Residenza: qui i ladri, dopo essersi introdotti nella struttura, avevano scardinato e portato via la cassaforte, all’interno della quale erano contenuti circa 10mila euro in denaro ed effetti personali.
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Canelli avevano avviato una complessa attività di indagine basata, inizialmente, sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza, giungendo a circoscrivere gli autori del fatto in tre individui: oltre al latitante ora rintracciato, erano stati identificati E. L., classe 1988, nato in Albania residente a Voghera (PV), e G.T., classe 1971, nato e residente ad Alessandria, tutti gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio.
Gli autori, consapevoli del fatto che ogni struttura detenesse una cassaforte per conservare denaro contante o i preziosi dei degenti, si introducevano nelle case di riposo nottetempo, attraverso la forzatura di porte o finestre e, dopo aver “tagliato” la cassaforte con apposita strumentazione, ne asportavano l’intero contenuto. Il profitto derivato dalle diverse attività delittuose era stato quantificato in denaro contante e preziosi per complessivi 40mila euro circa.
Dopo aver dunque stretto il cerchio attorno ad un gruppo avente base tra il Pavese e l’Alessandrino, l’indagine è proseguita con l’utilizzo di attività tecniche, fino a quando, nello scorso aprile, avuta contezza di un possibile colpo della banda da compiere a Strevi, nell'Alessandrino, i Carabinieri avevano organizzato un servizio di appiattamento che aveva consentito l’arresto nella flagranza del reato di uno dei malviventi. In quella occasione, i complici dell’arrestato erano riusciti a dileguarsi, ma le successive attività di indagine dei Carabinieri hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a loro carico, tanto da convincere il Tribunale di Asti ad emettere misura cautelare in carcere.
Gli elementi raccolti hanno permesso di ricostruire almeno sei episodi analoghi, di cui tre a Canelli, uno a Mombaruzzo, uno a Rodello e l’ultimo a Strevi. Tra i reati contestati anche quello di rapina: infatti, durante uno dei furti a Canelli, gli autori sorpresi da un’operatrice sociosanitaria non avevano esitato a minacciarla per metterla in fuga.
Al momento delle esecuzioni dei provvedimenti cautelari, A.V.G. era riuscito a far perdere le proprie tracce dal territorio nazionale, venendo però localizzato in Germania.
Determinante a questo punto è stata la collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia Criminale: il sinergico scambio informativo tra i Carabinieri di Canelli e tale Ufficio di polizia, attraverso lo sfruttamento delle potenzialità delle piattaforme informatiche che alimentano il Sistema d’indagine Schengen, e le ormai collaudate procedure investigative a livello internazionale dello S.C.I.P., preposto per legge ad eseguire l’arresto e la conseguente traduzione dei catturandi dall’estero, permettevano di rintracciare e arrestare il 28 giugno a Francoforte il latitante che, nella mattinata odierna, è stato estradato in Italia con volo charter e associato presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip.
Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore dott.ssa Donatella Masia della Procura della Repubblica di Asti e coordinate dal procuratore capo dott. Alberto Perduca.