“Giustizia è fatta” ha commentato a poche ore dalla lettura della sentenza Carla Montarolo, difensore dell’
unico rapinatore superstite della sparatoria di Grinzane Cavour. Un giudizio che certo non può condividere Dario Bolognesi, l’avvocato di Mario Roggero:
“I giudici non hanno apprezzato abbastanza lo stato psichico in cui si trovava, sottolineato da tutti i consulenti: la vicenda andava guardata attraverso quella lente. Le condizioni non gli consentivano una percezione esatta della realtà”.
Il gioielliere era parzialmente incapace di intendere e di volere, ha sostenuto la difesa per tutto il processo. Potendo contare peraltro sul parere concorde espresso dal consulente della Procura, in dissenso con il pubblico ministero. I giudici della Corte d’Assise di Asti però non gli hanno concesso quell’attenuante:
condannato a 17 anni, tre in più di quanto richiesto dall’accusa, per gli omicidi di Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli e il tentato omicidio di Alessandro Modica. Per sapere cosa li abbia indotti a questo bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza, da depositare entro novanta giorni dalla lettura del verdetto.
In base a questo la difesa preparerà il suo appello. Bolognesi, principe del foro con oltre cinquant’anni di toga e una reputazione nel diritto penale d’impresa, è subentrato in corso d’opera al primo legale di Roggero, l’albese Stefano Campanello. Ha condiviso col cliente la scelta del dibattimento, anziché il rito abbreviato: una sfida a viso aperto alla Procura, che Roggero ha sostenuto e perso. E ora? “Non ho ancora avuto modo di parlargli. - dice Bolognesi - Subito dopo la sentenza sono dovuto partire per Caltanissetta, dove devo discutere un altro processo”.
Ci si chiede, ancor più dopo questa sentenza, se l’eccessiva esposizione di Roggero a microfoni e telecamere non abbia finito per fargli più male che bene: “Questa attenzione mediatica gli ha sicuramente nuociuto” ammette il legale. E l’incoerenza tra le versioni, con l’accusato che dapprincipio aveva parlato di una sparatoria nel negozio e che ha poi reso molteplici - e discordi - dichiarazioni su aspetti rilevanti? “Anche il perito del tribunale ha detto che Roggero non è una persona che mente: è solo che era confuso. Tutti gli psichiatri concordano sul fatto che non fosse in grado di ricostruire la vicenda”.
La battaglia, in ogni caso, è ancora lunga. Roggero potrà combatterla fuori dal carcere fino a che una sentenza di condanna nei suoi confronti non diventerà definitiva.