Giuseppe Mucelli, il barricato in casa che per 13 ore, armato di pistola calibro 357 magnum con 60 colpi, ha minacciato carabinieri e passanti di ucciderli e di farsi saltare in aria se qualcuno si fosse permesso di accedere alla sua abitazione o fermarlo, nella notte di ieri è stato dimesso dall’Ospedale di Alba ed è stato tradotto presso la casa circondariale di Asti.
L’arresto è stato convalidato e per il Mucelli, attualmente, secondo la Procura della Repubblica di Asti e del titolare dell’attività d’indagine il Dottor. Luciano Tarditi la misura della custodia cautelare in carcere risulta essere quella più adeguata al suo profilo criminale e alla sua capacità nell’essersi procurato un’arma con un calibro cosi potente.
Inoltre, nella tarda mattinata di oggi, l’arrestato è stato nuovamente tradotto presso la casa circondariale di Torino a causa del suo stato psicofisico non gestibile dall’infermeria del Carcere di Asti.
Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri tese a ricostruire cosa fosse successo nelle ore precedenti il fatto in quell’appartamento della frazione di Ricca.
Dalle analisi del sangue compiute dall’Ospedale di Alba si è confermato l’ipotesi degli inquirenti che l’arrestato abbia compiuto un uso smoderato di cocaina sia nella notte che durante la negoziazione con i militari.
La pistola invece, verrà inviata al RIS di Parma per capire se la stessa sia stata utilizzata per altri reati come rapine a mano armata oltre ad esaltare la parte abrasa cosi da poter risalire alla matricola dell’arma e al suo legittimo proprietario e capire come mai si trovasse nelle mani del Mucelli.