ALBA - Vasi rubati in Germania nel 2000, la Cassazione riapre il caso

Accolto il ricorso del sessantottenne tedesco che fu arrestato lo scorso anno ad Alba

foto Ansa

Redazione 16/03/2021 09:07

La Cassazione ha riaperto il caso dei vasi pregiati rubati a un museo in Germania nel 2000 finiti al centro di un presunto tentativo di estorsione lo scorso anno. È stato infatti accolto - come riporta l’Ansa - il ricorso di Thomas Wilhelm Steinecke, il tedesco di 68 anni arrestato dai carabinieri nel luglio del 2020: il Tribunale di Torino dovrà ora riesaminare l’intera pratica alla luce delle sue dichiarazioni difensive.
 
I cinque vasi (in cristallo, originari del XV e XVI secolo) furono rubati al Kunstpalast Glasmuseum Hentrich di Dusseldorf. A gennaio dell’anno scorso Steinecke propose di consegnare i vasi dietro compenso e il museo, in accordo con la polizia tedesca, accettò, inviando un emissario all'incontro in programma il 23 luglio in un hotel ad Alba, dove però intervennero i carabinieri. Steinecke ha spiegato di avere comprato le brocche nel 2004 scoprendone solo in un secondo momento la provenienza illecita, e che quello che chiedeva era solo un compenso per la restituzione. Aveva invitato la direzione del Museo a visionare il materiale e aveva proposto una somma (200 mila euro) di gran lunga inferiore ai 600 mila euro che l'istituto aveva ricevuto dalla compagnia assicuratrice. Secondo la Cassazione, la motivazione con cui il Tribunale ha confermato la custodia cautelare per tentata estorsione "non appare adeguata e rispettosa ai canoni della logica e ai principi del diritto”, con particolare riferimento alla "costrizione" cui sarebbe stato sottoposto il museo, considerando "la durata delle trattative, il notevole tempo trascorso dal furto, peraltro già risarcito, e il coinvolgimento di un esperto per valutare i beni". La difesa, inoltre, ha fatto presente che Museo tedesco aveva recuperato già nel 2007 due dei vasi rubati - previo compenso alla compagnia di assicurazioni - rinvenuti in una galleria d'arte a Vienna. Toccherà quindi ai giudici del riesame di Torino sciogliere i dubbi.

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