È stato per trentadue anni il gestore del bar tabaccheria della stazione di Bra, ora ha ceduto l’attività ma mantiene la responsabilità della rivendita tabacchi, in attesa del passaggio di licenza. Oltre a questo, Michele Mondino ha assunto un po’ il ruolo di “angelo custode” della stazione.
In questa veste è intervenuto, chiamato dai nuovi gestori - due giovani ragazzi cinesi - dopo che due individui hanno terrorizzato i proprietari e la clientela. Intorno alle 20 di martedì scorso, il 23 luglio, si è scatenata la rissa, con lanci di pietre e oggetti tra due individui - un kosovaro e un rumeno - ben noti alle forze dell’ordine. Si tratta di soggetti già destinatari in passato del Daspo urbano. Le stesse persone che il pomeriggio del giorno prima avevano preso di mira i gestori del bar, insultandoli e minacciandoli: anche in quel caso Mondino aveva cercato di calmare gli animi.
“Sono episodi quasi quotidiani” conferma: “Finché c’eravamo noi avevano più rispetto, coi nuovi gestori non è lo stesso”. Lui stesso, però, spiega di aver dovuto stipulare un’assicurazione contro gli atti vandalici dopo che in più occasioni aveva trovato righe o finestrini sfondati sull’auto: “Le stazioni sono quelle che sono, l’utenza ormai è quella. Ci sono quattro o cinque persone in particolare che creano problemi. Violenti, spacciatori, gentaglia: vedendo che nessuno fa niente, si sentono autorizzati”. Le forze dell’ordine, chiarisce, non sono affatto insensibili: “Fanno cosa possono: i carabinieri e la polizia urbana sono efficientissimi, ma le leggi sono quelle. Di recente ho parlato anche col questore di quanto accaduto, anche lui è stato gentilissimo. Ma non si può fare nulla”.
Un aiuto potrebbe venire dalle telecamere: “A forza di insistere, si stanno installando: noi le abbiamo già e sono un ottimo deterrente, ma vanno estese a tutta la stazione. Ora finalmente c’è anche lo strumento del Daspo urbano, grazie al vicecomandante dei vigili urbani che si è molto interessato”. Ma nessuno si illude che siano soluzioni definitive, Mondino meno di tutti: “Una volta denunciavamo e qualcosa ottenevamo, adesso si perdono solo le giornate andando fino in tribunale ad Asti e pagando l’avvocato: questi non si trovano mai, alla fine ci riduciamo a dire ‘fate quello che volete, l’importante è che non sfasciate il bar’”.
Il posto di Polizia Ferroviaria è stato chiuso anni fa e non c’è speranza di vederlo riaprire. Sarebbe una garanzia in più, per un bar tabacchi che, fra l’altro, ha un’ampia clientela formata da extracomunitari: “Gente a posto, che lavora tutto il giorno. Il problema è distinguere rispetto a quelli che spacciano e non fanno nulla. Negli ultimi tempi lo spaccio si è un po’ spostato, dopo che i carabinieri hanno iniziato a piantonare. Ma in una cittadina di trentamila abitanti non bisognerebbe permetterlo”.