Danneggiamenti, biglietti con offese, post diffamatori su Facebook e anche l’accusa, falsa, di aver provocato un incidente stradale. Non riusciva più a sopportare tutto questo il pensionato di 88 anni che nell’estate del 2021, dopo l’ennesimo diverbio col vicino, si suicidò gettandosi dal balcone della sua abitazione a Bra.
Il suo persecutore, Santo Antonio Cospito, è finito in carcere dopo essere stato denunciato per una sfilza di reati: stalking, calunnia, violenza privata e il più grave di tutti, la morte in conseguenza di altro reato. È questa la formula giuridica con cui la Procura di Asti aveva inquadrato la tragedia, provocata, ha sostenuto l’accusa fin dall’inizio, dalle vessazioni che quell’uomo aveva messo in atto verso una coppia di anziani condomini. Il giudice ha accolto la richiesta di un verdetto di colpevolezza: il pubblico ministero aveva proposto la pena di dieci anni e cinque mesi, mentre il tribunale l’ha fissata in sette anni. Una sentenza che segna un precedente di rilievo e che condanna l’imputato anche a risarcire i danni provocati, in una somma che sarà il giudice civile a quantificare.
Cinquantatre anni, ex produttore musicale, Cospito ha atteso la sentenza nel carcere di La Spezia, detenuto in custodia cautelare. Aveva cercato di ottenere un rinvio fino all’ultimo, prima ricusando il giudice e poi ingerendo detersivo in cella, ma la giustizia ha seguito il suo corso. La difesa ha rimarcato i problemi psichiatrici del soggetto, imputato anche in un altro procedimento per diffamazione.
Soddisfazione è stata espressa dal legale della vedova e del figlio dell’anziano. L’intera famiglia subì le persecuzioni del vicino stalker, che perfino a pochi minuti di distanza dal tragico episodio verificatosi nel suo condominio aveva postato un video con commenti irrispettosi riguardo al suicida.