CENTALLO - Abusi su minori, ridotta in appello la pena per un ex allenatore del Centallo

Una quindicina le famiglie costituitesi come parti civili, insieme al Comune e al club. La difesa: “Una sentenza timida, ricorreremo in Cassazione”

a.c. 13/07/2022 19:10

Tre anni, cinque mesi e venti giorni di carcere, al posto dei quattro anni e sei mesi comminati in primo grado. È la sentenza emessa la scorsa settimana dalla Corte d’Appello del Tribunale di Torino contro un ex allenatore delle squadre giovanili del Centallo Calcio 2006, condannato per una serie di episodi di violenza sessuale e tentata violenza sessuale sui ragazzini affidati alla sua responsabilità.
 
I fatti risalgono al biennio compreso tra il 2017 e il 2019. Dal ritrovamento di un messaggio dal tenore inappropriato, inviato dal “mister” a uno dei suoi calciatori, era partita la denuncia di un genitore, seguita a cascata da numerose rivelazioni analoghe. Una quindicina le famiglie che si sono costituite parti civili nel processo, celebrato con rito abbreviato, insieme alla società sportiva e al Comune di Centallo. Ad assisterle gli avvocati Antonio Bellu, Gabriella Chiapella, Massimo Galliasso e Alessandra Bruno (quest’ultima rappresentava anche l’amministrazione comunale), mentre l’A.S.D.G. Centallo era assistita dall’avvocato Simone Pittavino. Altre famiglie, tra quelle identificate come parti offese, hanno preferito non costituirsi.
 
L’imputato è un personaggio conosciuto nel calcio giovanile piemontese, con trascorsi anche nel Saluzzese e nel Carmagnolese. Lo scorso novembre, in primo grado, era stato condannato a quattro anni e sei mesi di detenzione, più una serie di pene accessorie che contemplano fra l’altro l’interdizione in perpetuo da ogni istituzione o struttura pubblica e privata frequentata da minori. A garanzia del risarcimento dei danni che dovrà corrispondere a tutte le parti civili era stato disposto il sequestro conservativo dei beni: l’entità dei risarcimenti, confermati dai giudici di appello, sarà oggetto di un separato giudizio.
 
Caduta l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico (la Procura non aveva appellato l’assoluzione), sono stati ritenuti insussistenti anche alcuni episodi di tentata violenza, rispetto ai quali l’ex allenatore è stato assolto con formula piena. Un singolo caso è stato derubricato nell’ipotesi di più lieve entità della corruzione di minorenne. La sentenza, comunque, non soddisfa appieno i difensori Chiaffredo e Benedetta Peirone, che in attesa delle motivazioni hanno già preannunciato il ricorso in Cassazione: “Apprezziamo la riduzione di pena. Crediamo però che sia stata una sentenza ‘timida’ nel valutare la natura giuridica di questi fatti. Sovente si fanno prevalere le circostanze emotive sul diritto” spiega l’avvocato Chiaffredo Peirone.
 
Essendo la violenza sessuale - nella forma consumata - un reato ostativo, l’imputato non potrà beneficiare della sospensione dell’esecuzione della pena né dei benefici carcerari in caso di condanna definitiva. Al momento si trova tuttora agli arresti domiciliari, dopo i tre mesi di carcerazione preventiva che erano stati disposti nell’imminenza dei fatti.

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