CUNEO - Al Cerialdo la protesta di un detenuto salito sul tetto, il Sappe: "Tracollo del sistema dietro l’angolo"

I vertici del sindacato di Polizia Penitenziaria commentano i fatti di ieri: "Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri"

29/08/2024 11:38

Dopo la singolare protesta di ieri nella Casa circondariale del Cerialdo di Cuneo, quando un detenuto ha posto in essere una protesta salendo sul tetto del penitenziario, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sollecita provvedimenti per il carcere stesso e per l’intero sistema dell’esecuzione della pena. Vicente Santilli, segretario SAPPE per il Piemonte, informa infatti che ieri, “dopo una paziente opera di persuasione, il detenuto è sceso ed è stato ricondotto in cella. Questo detenuto ha fatto ingresso in carcere da soli due mesi e in questo breve lasso di tempo, invece di iniziare a redimersi e comprendere la gravità delle proprie azioni, si è già reso protagonista di numerosi comportamenti censurabili dalla legge e dai regolamenti: ha più volte danneggiato beni dello Stato, ha aggredito il personale ed altri detenuti, si è autolesionato e, come se non bastasse, già a giugno era riuscito ad eludere la sorveglianza e arrampicarsi sul tetto”. Il sindacalista rimarca “la grande professionalità e le capacità operative dimostrate dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria che hanno gestito al meglio i momenti di grande tensione vissuti”.
 
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “ormai ogni giorno registriamo eventi critici in quasi tutti i penitenziari del Piemonte, tanto da non fare quasi più notizia nell’opinione pubblica. Ed invece è seria le preoccupazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria: se non si trovano rapide soluzioni all’andamento della violenza che sta caratterizzando questo periodo storico e che non trova eguali negli ultimi vent'anni, finirà che a dover garantire la sicurezza e legalità all’interno degli Istituti Penitenziaria dovrà essere chiamato l’Esercito e ciò per la semplice conseguenza dell’alto numero di feriti che si registrano tra il personale del Corpo di polizia penitenziaria”.
 
Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria: il tracollo del sistema è dietro l’angolo”, conclude Capece: “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci”.
 

c.s.

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