CUNEO - All’arrivo in stazione gettò un panetto di hashish: assolto dall’accusa di spaccio

Il maghrebino era stato fermato dalla Polfer di Cuneo e aveva cercato di liberarsi della droga prima del controllo, ma gli agenti in borghese lo avevano scoperto

a.c. 25/02/2020 20:03

 
Lo avevano visto scendere dal treno proveniente da Torino e avviarsi verso l’uscita della stazione di Cuneo: “Appena ha notato il personale in divisa della Polfer, si è infilato in fretta nel sottopassaggio” ha ricordato l’assistente capo Luca Bianco, presente in borghese insieme a un collega in quel giorno del dicembre 2017.
 
H.S., immigrato marocchino nato nel 1977, era stato fermato pochi istanti dopo dagli agenti della Polizia Ferroviaria, insospettiti dal suo nervosismo. Mentre lo accompagnavano in ufficio per un controllo, l’uomo aveva sfilato dalla tasca della giacca e lasciato cadere a terra un pacchettino trasparente con dentro 24 grammi di hashish: la mossa però non era sfuggita ai due agenti in borghese della Questura, che l’hanno in seguito denunciato per spaccio di stupefacenti.
 
Il maghrebino era già noto alle forze dell’ordine, ha aggiunto Bianco: “È un soggetto che gravita ancora adesso in città. Sappiamo che al pari di tantissimi altri campa di piccoli espedienti, anche comprando e rivendendo stupefacenti”. La successiva perquisizione nella sua abitazione, situata nel centro storico di Cuneo, aveva portato al sequestro di un’ulteriore modestissima quantità di ‘fumo’.
 
Per l’imputato, definito “un soggetto dedito ad attività abituale di piccolo spaccio”, il pubblico ministero Raffaele Delpui ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione e 1200 euro di multa. L’avvocato Marco Ivaldi ha rilevato per contro come “nessun elemento porti a ritenerlo uno spacciatore: nel casellario ci sono soltanto due condanne per infrazioni alla guida”. Anche il fatto che nell’abitazione non fossero stati trovati strumenti idonei al confezionamento della droga né denaro di provenienza sospetta, ha aggiunto il legale, dimostrerebbe che “si può ritenerlo al massimo un consumatore di sostanze stupefacenti”.
 
Interpretazione che il giudice Sabrina Nocente ha accolto, derubricando il capo d’imputazione da spaccio a detenzione personale e assolvendo H.S. perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

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