Emanuele Scieri fu trovato senza vita nella caserma Gamerra di Pisa nell'estate del 1999. La morte del parà nato a Cuneo, allora ventiseienne, fu inizialmente archiviata come suicidio, ma il caso fu poi riaperto nel 2018 dalla Procura pisana: insieme a tre ex commilitoni, accusati di omicidio in concorso, nel registro degli indagati era finito in un secondo momento anche Enrico Celentano, 76 anni, all'epoca dei fatti comandante della Folgore, mentre il corpo di Scieri fu riesumato in primavera per nuovi esami. Secondo gli inquirenti il parà, di origini siciliane ma come detto nato e cresciuto nel capoluogo della Granda, rimase ucciso in uno degli atti di nonnismo che, secondo una Commissione d'inchiesta parlamentare, erano molto frequenti all'interno della caserma pisana. Ora sulla vicenda ha ripreso ad indagare anche la Procura militare di Roma: tutti i presunti autori del fatto erano superiori in comando rispetto alla vittima, in questo caso si applicano le norme del Codice penale militare di pace.
“Violenze ad inferiore mediante omicidio in concorso”, questa l'ipotesi di reato notificata ad Alessandro Panella, ex caporale e capocamerata di Cerveteri a cui Scieri era assegnato, già indagato dalla Procura di Pisa: i Carabinieri gli avrebbero chiesto di prestare consenso ad un tampone salivare per il campionamento del Dna, consenso che l'ex militare avrebbe negato. A riportare quest'ultimo aggiornamento sul caso è stato il quotidiano
“La Nazione”.
Il padre di Scieri, Corrado, originario di Siracusa, è morto nel 2011 ed era funzionario delle Dogane a Cuneo, la madre Isabella Guarino insegnava lettere: i due nel 2007 hanno pubblicato il libro “Folgore di morte e libertà” denunciando l'omertà che per anni ha intralciato le indagini sulla morte del figlio.