CUNEO - Ancora tumulti in carcere a Cuneo, i detenuti occupano una sezione

Dopo i disordini di lunedì pomeriggio, ora si segnalano devastazioni nella prima sezione. Nella quarta sezione tre reclusi intossicati per un incendio

Redazione 30/07/2024 16:55

Non si placano i disordini nel carcere di Cuneo, già teatro nel pomeriggio di lunedì devastazioni che hanno portato alla dichiarazione di temporanea inagibilità del padiglione Gesso. Intorno alle ore 13, almeno sette reclusi avrebbero occupato la prima sezione. La protesta sarebbe legata alla mancata autorizzazione di alcune telefonate. La Uilpa, sindacato di Polizia Penitenziaria, riferisce di esplosioni dovute probabilmente allo scoppio di bombolette di gas da campeggio, utilizzate dai detenuti per cucinare in cella. Al momento sono stati richiamati agenti liberi dal servizio e si attendono rinforzi dai reparti del Piemonte.
 
Un altro sindacato dei baschi azzurri, il Sappe, parla di ingenti danni alle suppellettili, al controsoffitto e alle telecamere della prima sezione. Oltre a questo, a seguito di un incendio tre detenuti di un’altra sezione, la quarta, sarebbero rimasti intossicati: sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
 
“Le carceri sono polveriere e le deflagrazioni in queste ore sono frequentissime con la Polizia Penitenziaria inerme e prima vittima del sistema, ancor più che gli stessi reclusi” dichiara il segretario generale Uilpa Gennarino De Fazio. Di “tardive ed inefficaci misure” per l’emergenza carceri da parte del governo parla il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci, ricordando che nella giornata odierna, tra le mura del penitenziario di Rieti, si è registrato il 62esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. Donato Capece, segretario generale del Sappe, denuncia a sua volta le analoghe violente proteste che nei giorni scorsi hanno interessato lo stesso carcere di Rieti e quello di Velletri: “Non è più rinviabile una riforma strutturale del sistema, anche ipotizzando eventualmente di ridurre il numero di reati per cui sia previsto il carcere”.

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