“Dagli amici mi guardi Iddio”, dice il noto proverbio. Chi ha esperienza di liti familiari, per questioni di eredità, divisioni dei beni o altro, sarebbe tentato di estendere la raccomandazione anche ai parenti. Forse è proprio questo il caso di un sottoufficiale di Marina in pensione residente a Cuneo, che due anni fa si è trovato in una situazione piuttosto difficile dopo essere stato colpito da un ictus.
Alle ovvie preoccupazioni di salute si erano aggiunti, come spesso capita, vari grattacapi. La moglie in quel momento era ricoverata a sua volta, e bisognava occuparsi delle spese sanitarie di entrambi, dei compensi per le badanti, e soprattutto di trovare una sistemazione definitiva dato che l’anziana coppia non si sentiva più autosufficiente. Questa sistemazione sarebbe poi stata trovata, dopo i soggiorni all’ospedale di Caraglio e all’hospice di Busca, in una casa di riposo di Peveragno, dove i due risiedono tuttora.
In quel periodo si era offerto di occuparsi di tutte le spese e le questioni ‘amministrative’ il cugino A.L., 78enne residente a Busca ma originario di Verzuolo, pensionato delle Poste. Quest’ultimo era la persona che in un primo tempo l'infermo aveva designato a far fronte alle spese liquide su suo mandato e in accordo con gli altri parenti. Senonché, secondo quanto affermato in seguito dall'anziano, il suo congiunto avrebbe cominciato a pretendere deleghe sempre più ampie nella gestione dei conti. Non solo, ma approfittando della cattiva salute del cugino, poco lucido nei primi giorni di riabilitazione dall’ictus, lo avrebbe convinto con molte insistenze a modificare le disposizioni testamentarie a tutto favore suo e di sua figlia e a scapito degli altri parenti. Solo in seguito, l’uomo avrebbe trovato la forza per allontanarlo e infine denunciarlo per circonvenzione d’incapace.
La vicenda è stata ricostruita nell’udienza di oggi, giovedì 19 settembre, dal maresciallo dei Carabinieri che raccolse la denuncia. Il militare è anche un parente acquisito del querelante, perciò ne aveva già raccolto le confidenze in precedenza. Ancora durante le indagini, ha raccontato il maresciallo, aveva richiesto il suo intervento perché intimorito dalla possibile reazione del cugino: “Li avevo trovati entrambi nella stanza dell’ospedale. L’imputato insisteva perché voleva che sua figlia fosse nominata erede insieme a lui, sebbene l'altro non la conoscesse nemmeno”.
La successiva perquisizione in casa di A.L. aveva portato al rinvenimento di una gran mole di documenti e certificazioni riguardanti il cugino e la moglie. Erano emerse anche le fotocopie dei due testamenti che il cugino avrebbe redatto, a poche settimane di distanza l’uno dall’altro, indicando A.L. e sua figlia come eredi universali, nonché un libretto di assegni intestato all’ex sottoufficiale di Marina con alcuni assegni già strappati: “In un caso - ricorda il carabiniere - era stata strappata anche la matrice. Era poi emerso trattarsi di un assegno, intestato ad A.L., del valore di tremila euro”.
Anche il direttore della filiale bancaria presso cui il pensionato aveva aperto il suo conto corrente era parso da subito diffidente nei confronti di questa persona che pretendeva con insistenza di ottenere una delega, pur senza la necessaria autorizzazione. Il funzionario si era presentato in ospedale dal suo cliente, anche in forza del rapporto personale che li legava, per chiedere chiarimenti: “Il mio cliente non mi aveva mai parlato di questo cugino. Quando gli ho fatto visita, da solo, ha negato di voler firmare una delega a lui o a chiunque altro”.
I tentativi di A.L. di ottenere quella sospirata delega non erano comunque cessati. Nei mesi successivi, l’uomo si era rivolto senza successo alla direzione centrale della banca, poi era tornato alla carica con il direttore della filiale: “Ricevetti infine una sua telefonata - afferma quest’ultimo - dove preannunciava di aver ottenuto l’autorizzazione a operare sui conti. Gli dissi che mi sembrava strano, perché solo pochi giorni prima lui stesso mi aveva detto che non riteneva il cugino pienamente capace di intendere e di volere”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 21 ottobre per l’audizione dei testimoni della difesa.