E' proseguito stamattina, mercoledì 6 giugno, presso il Tribunale di Cuneo, il processo relativo all'indagine “Valle Pulita”: imputati l’ex sindaco di Argentera, Arnaldo Giavelli, la moglie e il suocero Elisa e Sergio Degioanni (titolari della “Alpi costruzioni srl” di Vinadio) e l’imprenditrice Fernanda Comba (della “Coedil” di Moiola), quest'ultima assente in aula.
Nel mirino della Procura gare d’appalto considerate illegittime, che sarebbero state “truccate” per privilegiare l'azienda guidata dai parenti del sindaco. Secondo la Procura c’era un accordo tra il primo cittadino Giavelli e l’imprenditore di Montanera Giuseppe Massano (il quale ha patteggiato 10 mesi di reclusione convertiti in una multa di 75 mila euro) per pilotare l’esito del bando “Seimila campanili”, finanziato dall'Unione Europea, che metteva a disposizione dei Comuni sotto i 5000 abitanti fondi da usare per riqualificare i centri storici con disponibilità di erogazioni fino un milione di euro. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2014 e il 2016.
Stamattina il collegio giudicante presieduto da Elisabetta Meinardi ha ascoltato la deposizione dell'ex segretario comunale di Argentera Rodolfo Ettorre, che ha risposto alle domande del pm Alberto Braghin. Ettorre, chiamato a comparire come testimone, ha già patteggiato quattro mesi per concorso in turbativa d’asta.
Segretario comunale di Argentera dal 1999 al 2016, Ettorre ha spiegato che per il bando “Seimila campanili” fecero inizialmente richiesta circa 70 aziende, situate anche oltre i confini provinciali, poi fu fatta una scrematura fino a 10 ditte (il numero minimo), tutte cuneesi.
“Fu una decisione del Sindaco e della Giunta, - ha spiegato Ettorre - ma anche io la avallai, perchè nelle amministrazioni precedenti avevamo già avuto esperienze negative con aziende geograficamente lontane. La lista delle dieci ditte da invitare mi fu consegnata da Elisa Degioanni (moglie del sindaco, ndr): nell'elenco c'era anche la Alpi Costruzioni, di cui la Degioanni era socia insieme al padre. Non lo trovai normale, sapevo che la Alpi Costruzioni non avrebbe potuto partecipare al bando, in quanto i titolari erano parenti del Sindaco Giavelli, ma mi fu spiegato che per aggirare l'ostacolo sarebbe stata costituita un'associazione temporanea d'impresa”. Associazione temporanea che sarebbe poi stata costituita insieme alla Coedil, la cui titolare Fernanda Comba è a propria volta indagata, e a cui furono effettivamente affidati i lavori: “La loro offerta era la più economica”, ha spiegato Ettorre. “In 40 anni di lavoro non mi ero mai trovato in una situazione così delicata, - ha proseguito l'ex segretario comunale - nei precedenti dieci anni dell'amministrazione Giavelli si era sempre lavorato con la massima trasparenza”. Giavelli fu sindaco di Argentera dal 1999 al 2009 e poi, dopo l'intermezzo di Daniele Tallone, ritornò primo cittadino nel 2014, fino alle dimissioni legate alle indagini nel 2016. In aula l'ex segretario comunale ha anche raccontato di accesi diverbi con Giavelli per le questioni legate all'affidamento dei lavori relativi al bando “Seimila campanili”, oltre che per un altro appalto riguardante interventi di restauro del municipio, affidato sempre alla “Alpi Costruzioni”. “Ma sapeva fare il sindaco, questo non lo negherò mai, i problemi sono sorti per suoi intrecci famigliari”, ha precisato Ettorre riferendosi a Giavelli.
Il pm Alberto Braghin ha poi chiesto conto di diversi altri lavori affidati dal Comune di Argentera all'azienda che fa capo a sua moglie e a suo suocero, tra cui la gestione della biglietteria degli impianti sciistici alla sorella di Giavelli e l'appalto per lo sgombero neve affidato alla ditta Beltramo, il cui titolare è cognato del Sindaco: “Avevo delle perplessità, soprattutto dopo l'entrata in vigore della legge 190, la cosiddetta “Severino”, in materia di trasparenza e anti-corruzione, datata 2012, ma io ero solo un esecutore e firmavo le delibere, anche se in molti in valle mi mettevano in guardia. Dovevo firmare perchè con l'astensione del Sindaco mancava il numero legale”.
Nel mirino della Procura anche i presunti prelievi di carburante comunale per rifornire i mezzi dell'ex sindaco Giavelli: “Dal 1999 al 2009 c'era un registro del carburante comunale, - ha spiegato Ettorre - poi nei 5 anni del sindaco Tallone non fu più tenuto. Io non so chi si rifornisse, ma vedevo le fatture di acquisto: sembrava fossimo diventati una stazione di servizio”.