CUNEO - Blitz della Penitenziaria, scovato un cellulare in carcere a Cerialdo

Vistosi scoperto, il detenuto ha gettato dalla finestra della saletta socialità il telefonino che aveva nascosto nei pantaloni. Ma un agente se n’è accorto

Redazione 25/07/2024 08:14

Aveva con sé uno smartphone, nascosto nei pantaloncini, e ha cercato di liberarsene all’ultimo gettandolo dalla finestra della saletta socialità, poco prima che le guardie lo perquisissero. La mossa, però, non è sfuggita agli occhi di uno dei neo agenti in servizio al carcere di Cerialdo, che ha avvisato i colleghi. Questi ultimi sono corsi all’esterno e hanno cercato il cellulare, poi ritrovato e sequestrato sotto la coordinazione dell’ispettore di sorveglianza di turno.
 
Il fatto che ha visto protagonista un carcerato di origine maghrebina è accaduto nella serata di martedì scorso, il 23 luglio, a seguito di una perquisizione straordinaria presso la sezione trattamentale del padiglione Stura, una delle grandi ali che formano il penitenziario di Cuneo.
 
Lo segnala il sindacato UilPA Polizia Penitenziaria, che sottolinea come “tale ritrovamento ha impedito sicuramente alla criminalità di poter comunicare con l’esterno, ma non sfugge l’inquietante circostanza che continuino ad essere introdotti dei cellulari nelle carceri nonostante il nuovo reato che punisce chi detiene o introduce cellulari negli Istituti penitenziari. Probabilmente la risposta dello Stato deve partire soprattutto da investimenti tecnologici - jammer o altri inibitori di segnale - atteso che non sembra che la funzione di deterrenza introdotta dai nuovi reati stia producendo risultati, purtroppo quello del ritrovamento di tali strumenti, spesso anche per le piccole dimensioni, sta diventando una piaga degli istituti di pena”.
 
“Tuttavia - aggiungono i rappresentanti dei baschi azzurri - tale fenomeno può essere arginato mettendo in campo professionalità, attenzione e capacità di osservazione, caratteristiche messe in campo dal personale di Polizia Penitenziaria. Nondimeno va rilevato che sotto la guida dell’ispettore di sorveglianza che era presente i buoni risultati non si fanno mai attendere. Nonostante vi sia una carenza nell’organico e spesso anche la mancanza di strumenti tecnologici avanzati, con l’impegno, il sacrificio e l’orgoglio di chi appartiene ad un grande corpo di polizia, si può sempre porre un argine a comportamenti che minano la sicurezza degli istituti”.
 
UilPA polizia penitenziaria conclude esprimendo il proprio apprezzamento “a tutto il personale che ha condotto le operazioni in modo eccellente” e auspicando che “anche l’amministrazione ne riconosca i meriti”.

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