CUNEO - Botte agli agenti nel carcere di Cuneo. I sindacati di polizia: “Troppo buonismo”

L’aggressione da parte di un detenuto straniero, trovato in possesso di un cellulare, scatena l’ira della Polizia Penitenziaria: “I veri torturati siamo noi”

Redazione 14/07/2022 09:32

Una nuova aggressione nel carcere di Cuneo, denunciata dalle sigle sindacali della Polizia Penitenziaria. Nella tarda mattinata di lunedì scorso, 11 luglio, un detenuto di nazionalità straniera ristretto presso il carcere di Cerialdo ha creato non pochi problemi al personale, causa il rifiuto di cambiare cella. Il carcerato pretendeva di rimanere nella stessa stanza nonostante fosse inagibile e non ha voluto sentire ragioni, riferiscono i rappresentanti sindacali, nemmeno dopo una lunga trattativa. Nella camera occupata da quest’ultimo il personale di Polizia Penitenziaria ha rinvenuto un micro telefono cellulare perfettamente funzionante. L’uomo ha quindi aggredito i tre agenti di servizio i quali, al termine del loro turno, hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cuneo.
 
“Solo grazie alla professionalità e alla pazienza del personale di Polizia Penitenziaria presente, che ha dovuto subire anche invettive di ogni tipo, la situazione non è degenerata ulteriormente” precisano i sindacati Sappe, Osapp, Uilpa Pp, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Fsa Cnpp e Fp Cgil, autori di un comunicato congiunto nel quale si denuncia l’accaduto: “I poliziotti penitenziari in servizio presso il carcere di Cuneo, a fronte della gravissima carenza di organico, vengono addirittura sottoposti a svolgere doppi turni di servizio, gli viene revocato il riposo settimanale e accorciato il periodo di congedo, il tutto per garantire i piantonamenti in luoghi esterni di cura e coprire le varie assenze. Chiediamo per l’ennesima volta aiuto al Signor Prefetto, considerato il silenzio della Direzione e dello stesso Provveditore Regionale e atteso che i vertici dell'Amministrazione hanno ritenuto, nonostante la ferma opposizione delle OO.SS., di aprire il padiglione detentivo giudiziario in pieno piano ferie estivo”.
 
Quanto accaduto a Cuneo e quanto sta accadendo in varie sedi del distretto, aggiungono le organizzazioni sindacali, è “il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto spregio delle condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, spesso lasciato solo nelle sezioni detentive ad operare in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti, con un elevato numero di detenuti di estrema pericolosità o con riconosciuti problemi psichiatrici. Si tratta dell’ennesimo episodio, a riprova del fatto che un eccessivo ‘buonismo’ nella gestione di penitenziari problematici come quello di Cuneo, possono mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza pubblica nonché l’incolumità degli Agenti di Polizia penitenziaria e dei vari ruoli professionali che operano al suo interno”.
 
I poliziotti denunciano di essere “letteralmente abbandonati a noi stessi, a fronte di un sovraffollamento di oltre il 30% della popolazione detenuta”. A fronte dell’aumento delle tensioni, si chiede  l’intervento immediato del ministro della Giustizia Cartabia. Con un’osservazione ulteriore, alla quale non sono estranee le polemiche sul recente rinvio a giudizio di 105 agenti e funzionari di polizia accusati per il maxi pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: “Le politiche penitenziarie ormai sono completamente concentrare a favore dei soli detenuti. Tanto che i veri ‘torturati’ sono i poliziotti penitenziari che quotidianamente operano, nelle carceri Italiane, in condizioni sempre più drammatiche e difficili”.

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